La notizia di Salvo, un ragazzo con disabilità investito a Catania e lasciato per strada con appena 20 euro in mano, ci colpisce come un pugno allo stomaco. E deve fare riflettere. Tutti. Non è semplicemente un fatto di cronaca. È una questione di coscienza. Della coscienza e della dignità di un’intera comunità. Il grado di civiltà di una città, e di conseguenza anche della nostra, si misura anche da come protegge e accoglie i suoi cittadini più fragili: chi vive una condizione di disabilità, chi non ha una rete familiare solida, chi ogni giorno affronta una vita in salita.
Davanti a episodi come questo, dunque, il punto non è cercare subito un colpevole da additare ma chiederci verso cosa stiamo andando e quale cultura stiamo contribuendo a costruire per le generazioni future. Non è retorica, ma responsabilità.
Perché se sappiamo indignarci, giustamente, per la spazzatura in strada, per il traffico impazzito, per la sosta selvaggia, allora dobbiamo indignarci anche, e di più, per chi abbandona un giovane disabile sull’asfalto, lasciandogli in mano qualche banconota, come tentativo di lavarsi la coscienza dopo averlo investito.
Perché in una città moderna, europea, mediterranea e civile non possono essere tollerati né accettati come normali fatti di questa gravità, così come ogni forma di violenza, anche solo verbale, deve essere respinta con assoluta fermezza. È questo il senso che mi spinge a condannare episodi come quello accaduto a Salvo e, nello stesso tempo, a esprimere la mia piena solidarietà e il mio sostegno al sindaco Trantino, recentemente oggetto di gravi e inaccettabili minacce. E’ necessario un cambio di passo culturale. Umano, prima ancora che politico.
Questo contenuto è stato disposto da un utente della community di BlogSicilia, collaboratore, ufficio stampa, giornalista, editor o lettore del nostro giornale. Il responsabile della pubblicazione è esclusivamente il suo autore. Se hai richieste di approfondimento o di rettifica ed ogni altra osservazione su questo contenuto non esitare a contattare la redazione o il nostro community manager.






Commenta con Facebook