Si sposta di nuovo a Roma il tavolo della vertenza Almaviva. Si è conclusa nella capitale, nella sede del ministero del Lavoro e delle politiche sociali, la riunione dedicata alla vicenda della storica azienda del settore dei servizi e dei call center. Al tavolo erano presenti i rappresentanti del governo nazionale, le organizzazioni sindacali, i vertici aziendali e, in rappresentanza della Regione Siciliana, l’assessore delle Attività Produttive Edy Tamajo.
“Il governo regionale, guidato dal presidente Renato Schifani, è accanto ai lavoratori di Almaviva dalla prima ora – ha dichiarato Tamajo al termine dell’incontro –. In questi mesi non abbiamo mai fatto mancare il nostro sostegno concreto e la nostra presenza. Oggi abbiamo ribadito con chiarezza all’azienda che è necessario un atto di responsabilità: va concessa immediatamente una proroga della cassa integrazione”.
Serve proroga della Cassa integrazione
“Dietro ogni badge, ogni turno e ogni voce al telefono – ha aggiunto – ci sono persone, storie, sacrifici. La Sicilia non può permettersi di perdere altri posti di lavoro. La proroga degli ammortizzatori sociali è una misura minima di tutela, in attesa della soluzione più strutturata che, insieme all’assessorato alla Salute, stiamo sviluppando con l’obiettivo di riconvertire e valorizzare le competenze di questi lavoratori all’interno del servizio sanitario 116/117, il numero unico per l’assistenza medica non urgente”.
L’azienda sieda al tavolo
Tamajo ha poi sottolineato come sia fondamentale che l’azienda si sieda al tavolo con spirito costruttivo e collaborativo: “Non siamo qui per difendere rendite di posizione, ma per salvaguardare il futuro di centinaia di famiglie. La Regione è pronta a fare la sua parte, come ha sempre fatto, ma ora tocca all’azienda dimostrare senso di responsabilità e rispetto per il territorio in cui opera”.
Il tavolo ministeriale rimane aperto: il prossimo incontro è già stato fissato per lunedì 28 luglio alle ore 11, sempre presso il ministero del Lavoro a Roma.
Nella foto l’incontro precedente a Palazzo d’Orleans






Commenta con Facebook