“Sicilia, parola che evoca tantissime emozioni. Un luogo da vivere, un luogo da vedere, da visitare, da scoprire, da gustare e in tutti i sensi”. Così Francesca Romana Barberini, volto noto della comunicazione enogastronomica italiana, descrive l’isola durante il Festival del giornalismo enogastronomico che si è svolto a Vittoria dall’11 al 13 luglio 2025, organizzato dall’Associazione culturale Network in collaborazione con Promotergroup Spa e Digitrend.
“Per me – aggiunge – è una terra magica, una terra che unisce la storia, unisce la cultura, unisce l’innovazione, la tecnologia, la capacità di guardare avanti guardandosi indietro. Un luogo di contraddizioni per cui vedi dei posti sgarrupati accanto a industrie innovative. È veramente un posto che non si può non visitare nella vita“.
La Sicilia, secondo Barberini, è molto più di un territorio: è un mosaico di identità. “È un’isola nelle isole, nel senso che sono luoghi all’interno di un solo territorio… esistono tantissime anime. Quindi non basta una vita per vederla tutta e per scoprirla tutta, quindi bisogna tornarci, tornarci e tornarci”.
La passione come ingrediente chiave, in cucina e nella comunicazione
Barberini ha poi riflettuto sul senso del suo lavoro: “La ricetta perfetta non esiste mai, né in cucina né nella comunicazione. Secondo me è molto importante la passione, nel senso che deve passare proprio l’entusiasmo del racconto e la verità del racconto. E la verità anche dell’informazione. Quindi io cerco sempre quello: cerco di essere aderente a ciò che è e valorizzare quanto di buono c’è”.
Una comunicazione non urlata, ma che dà spazio a ciò che funziona: “Non sono una comunicatrice d’inchiesta. A me piace raccontare il bello delle situazioni, mi piace raccontare le buone pratiche, mi piace raccontare il saper fare degli italiani, che è davvero incredibile”.
E proprio l’enogastronomia diventa per lei uno specchio dell’identità italiana: “Sappiamo addomesticare, sappiamo rendere italiano quello che italiano non è. Se pensiamo al pomodoro, se pensiamo al caffè, se pensiamo al cacao… se pensiamo a tutto quello che in questo Paese è oggi simbolo di una enogastronomia italiana che in realtà non arriva da questa terra, ma che noi siamo stati in grado di rendere nostra. Quindi questa grande capacità è quello che mi affascina. E le storie di ognuno: dei produttori, dei cuochi, degli innovatori italiani nel mondo”.
Infine, una nota personale: “La gastronomia è quello che mi piace fare. Non so se c’è una ricetta perfetta. C’è la mia, però”.






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