I giudici della prima sezione del Tar Palermo, presidente Salvatore Veneziano, hanno sospeso il regolamento antievasione del Comune di Palermo. Il ricorso è stato presentato da Piero Santoro assistito dagli avvocati dello studio Lexia.
Si tratta di regolamenti che sono stati introdotti nel corso degli anni in diversi comuni per accelerare la riscossione dei tributi locali nei confronti delle attività commerciali e produttive pena la sospensione o la revoca delle licenze degli esercizi commerciali. Secondo i giudici amministrativi il Comune di Palermo non può disporre la sospensione delle licenze commerciali se i tributi ritenuti dovuti non sono cristallizzati in accertamenti tributari divenuti definitivi e non per “irregolarità tributarie” come previsto dal regolamento.
Una seconda sentenza del Cga ha dato ragione al ricorso di una ditta di servizi di catering e organizzazioni eventi di Bolognetta che si era vista sospendere la licenza per via di un avviso che riguardava il pagamento della Scia (segnalazione certificata di inizio attività).
“Nessuna impresa, sotto la minaccia di essere altrimenti deprivata della possibilità di continuare a svolgere la propria attività per effetto dei provvedimenti comunali di revoca di ogni necessaria autorizzazione o abilitazione alla prosecuzione del lavoro, potrebbe mai far valere nelle sedi competenti i propri diritti trovandosi piuttosto sempre costretta a soggiacere integralmente alla pretesa di pagamento dell’ente pubblico, pur di non essere espulsa con effetto immediato dal mercato”.
“La decisione del Cga è la prima in Italia con la quale è fatta chiarezza sui limiti giuridici ai quali devono attenersi i regolamenti anti-evasione. Vengono così garantiti per la prima volta adeguati margini di difesa alle imprese che si sentono penalizzate da provvedimenti vessatori adottati dagli enti locali”, spiegano dallo studio Lexia.






Commenta con Facebook