Sono state tre lunghe ore in cui i carabinieri hanno chiesto ai genitori, al fratello e alla sorella tutto sulle condizioni di salute di Simona Cinà. Un passaggio fondamentale per continuare a cercare la verità sulla morte della giovane pallavolista.

Anche se in caserma si sono presentati in tanti tra parenti zii e cugini i carabinieri hanno sentito a sommarie informazioni il padre, la madre, il fratello e la sorella. Per lo più sono state domande sullo stato di salute della ragazza. Se aveva auto malori in passato, se soffriva di qualcosa.

La famiglia Cinà ieri pomeriggio si è presentata al completo nella caserma dei carabinieri di Bagheria. Un colloquio lungo, durato più di tre ore, con il pm Raffaele Cammarano e i militari che conducono le indagini. I genitori, il fratello Gabriele hanno risposto alle domande degli inquirenti e ribadito quello che continuano a chiedere da sabato: verità, non vendetta.

“Speriamo di avere delle risposte – ha detto Gabriele Cinà -. È stato utile sapere che c’è il supporto della giustizia. Anche da parte nostra c’è”. Insieme a loro c’era Gabriella, cugina di Simona: “Era una ragazza splendida – ha raccontato fuori dalla caserma -. Parlava spesso dei suoi studi, della pallavolo. Era molto studiosa, amava i libri, come la sorella. Mi dava serenità solo sapere che era in vita. E adesso quella serenità non c’è più”.

I primi esami al Policlinico

Sono stati eseguiti ieri sera in ospedale i primi esami al Policlinico. Una Tac, la risonanza magnetica e gli esami radiologici. Gli esiti sono stati comunicati al pm.

Il pm Raffaele Cammarano ha nominato quattro medici dell’istituto di medicina legale del Policlinico di Palermo per i primi accertamenti e poi, giovedì, anche l’autopsia, assieme agli esami tossicologici, che dovranno accertare le cause del decesso. A tutti gli accertamenti medico legali parteciperà anche il perito nominato dagli avvocati che assistono la famiglia.

I video della festa

I familiari hanno chiesto che i filmati girati durante la serata vengano acquisiti agli atti dell’inchiesta. Ce ne sono almeno due che documentano i momenti precedenti alla tragedia. Nel primo si vede Simona ballare sul bordo della piscina, in minigonna e canottiera verde, con un bicchiere in mano. Il secondo è ambientato all’interno della villa, in bagno davanti allo specchio: Simona è con due amiche, una delle quali è proprio Francesca. Appare lucida, rilassata e felice. Per chi la conosceva le immagini confermano che stava bene, era serena e non c’erano segnali preoccupanti.

L’ex fidanzatino

Tra le persone ascoltate ieri dai carabinieri anche Francesco Tilotta, 23 anni, ex fidanzato di Simona. È stato convocato su richiesta dei legali della famiglia per riferire ciò che sa. I due erano stati insieme per qualche mese nel 2022, poi si erano allontanati ma da poco avevano ripreso a sentirsi. “Non riesco a capacitarmi – ha spiegato prima di essere chiamato per la sua testimonianza -. Da due giorni non riesco a dormire, mi sveglio pensando a lei». L’ipotesi dell’annegamento non lo convince: «Simona era un’atleta, faceva sport ogni giorno, non beveva mai, non fumava, non prendeva farmaci. Era sempre attenta alla sua salute». Per questo ritiene difficile che possa essere svenuta in acqua senza che nessuno se ne accorgesse in tempo: «Mi sembra impossibile che, in una piscina così piccola e con così tante persone intorno, nessuno si sia accorto di nulla”.

L’autopsia di domani

Ieri sono stati eseguiti gli accertamenti radiologici ma domani all’Istituto di medicina legale del Policlinico verrà eseguita l’autopsia. Gli esami dovranno stabilire con certezza la causa della morte e soprattutto se era possibile intervenire in tempo per salvarla. Saranno effettuati anche gli esami tossicologici per accertare se Simona abbia assunto sostanze, volontariamente o meno. I familiari temono che qualcuno possa averle messo qualcosa in un bicchiere. Una possibilità che gli inquirenti non escludono, ma che al momento non trova riscontri oggettivi.

Il messaggio

A ricordare Simona sono state anche le compagne della Gala Sport Academy, la società di beach volley dove giocava. Un messaggio collettivo, affidato ai social, che ne restituisce l’immagine più autentica: “Potevamo scrivere tante altre pagine, ma la vita è così tanto bella quanto perfida. Però siamo felici di averti conosciuto e aver vissuto con te ogni attimo come se fosse l’ultimo. Il tuo sorriso e la tua energia sarà vita nei giorni bui. Ci mancherai tanto. Proteggici da lassù”.