I familiari di Simona Cinà sono stati sentiti sulle condizioni di salute della giovane. E’ stato chiesto dai carabinieri se in passato la giovane pallavolista abbia avuto malori o malattie.

Notizie fondamentali per cercare di ricostruire quanto successo la notte di sabato nella villa ad Aspra durante la festa di laurea dove la giovane ha trovato la morte in una piscina. I familiari hanno ribadito che la giovane, atleta da sempre goduto di ottima salute e per tutte le attività che svolgeva era sempre sottoposta a controlli sanitari per ottenere i certificati medici fondamentali per fare attività.

Ieri nel corso delle sommarie informazioni è stato notificato anche il decreto di convalida del sequestro di quanto trovato nella villa durante le indagini dei carabinieri.

Il provvedimento firmato dal pm Raffaele Cammarano. Sono stati sequestrati i vestiti di Simona, il costume che aveva addosso, e poi bottiglie, bicchieri e piatti. Intanto sono stati eseguiti ieri sera la Tac, la risonanza magnetica e le radiografie sul corpo di Simona Cinà, la giovane di 20 anni morta a Bagheria durante una festa di laurea organizzata in una villa da due fidanzati che si sono laureati a fine luglio.

Esami fondamentali, eseguiti all’istituto di medicina legale, per escludere traumi e ferite sul corpo della giovane. Tutto per stabilire se la vera causa della morte sia dovuta all’annegamento o morte in acqua. Sono esami  indispensabili. Sarà domani l’autopsia a chiarire se nei polmoni della ragazza ci sia acqua. Segno dell’annegamento. Per sapere se si è sentita male dopo aver bevuto o aver assunto altro a sua insaputa serviranno gli accertamenti istologici e tossicologici che vengono consegnati dopo 60 giorni.