Un’anziana di 83 anni è la sesta vittima del virus West Nile nel Lazio. Con 145 casi confermati in Italia nel 2025, l’allarme cresce: ecco cosa sapere su trasmissione, sintomi e nuovi test rapidi.
L’Italia affronta un’estate segnata dal ritorno del virus West Nile (WNV), una malattia virale trasmessa dalle zanzare che sta registrando un aumento di casi nel 2025. Con 145 infezioni confermate e 12 decessi, di cui sei nel Lazio, l’attenzione è alta, soprattutto nelle regioni del Centro-Sud.
La recente morte di una donna di 83 anni a Pontinia, nel Lazio, ha riacceso i riflettori su questa minaccia silenziosa, che in molti casi passa inosservata ma può avere conseguenze gravi.
Un nuovo lutto nel Lazio
Una donna di 83 anni di Pontinia è deceduta oggi, 7 agosto, all’Ospedale Santa Maria Goretti di Latina, diventando la sesta vittima del West Nile nella regione. Ricoverata in pronto soccorso il 24 luglio, la paziente versava in gravi condizioni a causa di pluripatologie pregresse ed è stata trasferita in terapia intensiva, dove non è riuscita a sopravvivere. Come comunicato dalla Regione Lazio, questo decesso si aggiunge agli altri cinque registrati nella regione, con la provincia di Latina come epicentro dell’epidemia. Inoltre, un primo caso di positività è stato confermato a Roma, presso l’Istituto Spallanzani, in una donna senza collegamenti con l’Agro Pontino, segnalando una possibile espansione del virus anche nelle aree urbane.
L’andamento epidemiologico in Italia
Secondo il bollettino dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) del 31 luglio 2025, aggiornato al 5 agosto, l’Italia ha registrato 145 casi confermati di infezione da West Nile nel 2025, con un incremento del 63% in soli cinque giorni. Di questi, 59 casi si sono manifestati con sintomi neuro-invasivi, 75 con febbre e 11 come infezioni asintomatiche, di cui 10 rilevate in donatori di sangue. Le regioni più colpite sono Lazio (soprattutto la provincia di Latina, con 43 casi) e Campania, seguite da Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna, Piemonte, Sardegna e Puglia. Inoltre, un caso è stato segnalato in Basilicata, con un sessantenne di Pisticci ricoverato ad Altamura, in Puglia. Il tasso di letalità per le forme neuro-invasive è del 20%, in linea con il 2018 ma superiore al 14% del 2024.
Come si trasmette il virus
Il West Nile virus, appartenente alla famiglia dei Flaviviridae, è un arbovirus trasmesso principalmente attraverso la puntura di zanzare del genere Culex, comuni in ambienti umidi e caldi. Gli uccelli selvatici, in particolare i passeriformi, fungono da serbatoi naturali, amplificando il virus che poi viene trasmesso agli esseri umani e ad altri mammiferi, come cavalli, attraverso le zanzare. Gli esseri umani e i cavalli sono considerati ospiti a fondo cieco, incapaci di trasmettere ulteriormente il virus. In rari casi, la trasmissione può avvenire tramite trasfusioni di sangue, trapianti d’organo o da madre a feto durante la gravidanza. Non è documentata la trasmissione diretta da persona a persona. Le condizioni climatiche del 2025, con piogge intense seguite da ondate di calore, hanno favorito la proliferazione delle zanzare e la circolazione del virus, amplificata anche dalle rotte migratorie degli uccelli.
Sintomi: da lievi a potenzialmente letali
Circa l’80% delle infezioni da West Nile è asintomatico, rendendo il virus difficile da rilevare senza test specifici. Nel 20% dei casi, i sintomi sono lievi e simili a un’influenza: febbre, mal di testa, nausea, stanchezza, linfonodi ingrossati ed eruzioni cutanee. Tuttavia, in meno dell’1% dei casi, il virus può causare forme gravi, come meningite, encefalite o paralisi, specialmente in anziani, immunodepressi o persone con patologie pregresse.
Diagnosi: l’importanza dei test rapidi
La diagnosi del West Nile si basa su test di laboratorio che rilevano anticorpi IgM e IgG specifici nel siero o nel liquido cerebrospinale. Il test MAC-ELISA è il metodo preferito per confermare l’infezione, spesso seguito dal test di neutralizzazione (PRNT) per escludere altre infezioni da Flavivirus, come Zika o Dengue. In alternativa, la RT-PCR può rilevare l’RNA virale in campioni raccolti precocemente, particolarmente utile nei pazienti immunocompromessi. Per rispondere alla necessità di diagnosi rapide, l’azienda italiana Screen Italia ha sviluppato il Subito CheckUp Test West Nile, un test rapido professionale che rileva anticorpi IgM e IgG in pochi minuti da un campione di sangue, siero o plasma. “Questo tipo di test rapido consente di ottenere risultati attendibili in pochi minuti, partendo da un semplice campione di sangue. È uno strumento utile per medici, farmacie e operatori sanitari, ma anche per chi vive o lavora in zone a rischio e desidera monitorare il proprio stato di salute in modo tempestivo”, ha dichiarato un portavoce di Screen Italia.
Prevenzione: il piano nazionale e le misure locali
Non esiste un vaccino o una terapia specifica per il West Nile: il trattamento è sintomatico, con ospedalizzazione nei casi più gravi. La prevenzione si concentra sulla riduzione dell’esposizione alle zanzare attraverso repellenti, zanzariere e abbigliamento protettivo. Le autorità sanitarie italiane, sotto il coordinamento del Ministero della Salute e del Centro Nazionale Sangue, hanno implementato il Piano Nazionale di Prevenzione, Sorveglianza e Risposta alle Arbovirosi 2020-2025. Questo piano integra la sorveglianza umana, veterinaria ed entomologica, monitorando zanzare, uccelli selvatici ed equidi per rilevare precocemente la circolazione del virus. Nelle aree a rischio, come la provincia di Latina, sono in corso disinfestazioni ambientali, mentre i donatori di sangue nelle zone colpite sono sottoposti a test obbligatori e a un differimento di 28 giorni per chi ha visitato aree ad alta incidenza.
Cosa aspettarsi nei prossimi mesi
Con l’estate che continua a offrire condizioni favorevoli alla proliferazione delle zanzare, gli esperti prevedono un possibile aumento dei casi nelle prossime settimane. Le autorità sanitarie invitano la popolazione a non sottovalutare sintomi come febbre improvvisa, mal di testa o spossatezza, specialmente nelle aree a rischio. L’adozione di misure preventive e l’accesso a strumenti diagnostici rapidi, come il test di Screen Italia, possono fare la differenza nel contenere la diffusione del virus. Per ulteriori informazioni, consulta il sito dell’Istituto Superiore di Sanità o il portale del Ministero della Salute.






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