Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime profonda preoccupazione per l’aumento significativo della criminalità minorile a Palermo e nelle province di Trapani e Agrigento, come confermato dai più recenti dati ufficiali.
Secondo le rilevazioni della Procura per i minorenni, nel periodo 2019-2025 i reati commessi da under 18 sono cresciuti in quasi tutte le tipologie. Il dato più allarmante riguarda un incremento del 54% dei casi di aggressioni da parte di figli nei confronti dei genitori e il triplicarsi dei procedimenti civili per la revoca della responsabilità genitoriale. A ciò si aggiunge una maggiore disponibilità di armi tra i giovanissimi e una violenza crescente, spesso legata a malesseri psichici non trattati.
La Procuratrice Claudia Caramanna, a capo della Procura minorile di Palermo dal 2021 e sotto scorta dal 2022, ha evidenziato come la mafia continui a esercitare una forte attrazione sui più giovani, reclutandoli per il traffico di sostanze stupefacenti. In molti casi si tratta di bambini o preadolescenti, coinvolti nello spaccio di crack o marijuana già in tenera età. “Cosa nostra – ha dichiarato – utilizza i minori come pusher, trasformando l’assenza di alternative in un canale di ingresso stabile nella criminalità organizzata”.
I dati più recenti, aggiornati al 2025, confermano una tendenza preoccupante:
– Violenza sui minori: quasi raddoppiata dal 2021 al 2024 (da 525 a 932 casi).
– Reati commessi da minorenni: +25% dal 2022, con un peso crescente dello spaccio di crack.
– Misure cautelari: 323 minori tra collocamenti in comunità e custodia cautelare nel distretto di Palermo, un saldo nettamente superiore all’anno precedente.
– Sovraffollamento penitenziario: 600 minori detenuti a livello nazionale a maggio 2025, con criticità legate alla gestione sanitaria e psicologica.
Il disagio giovanile in queste aree si configura come un intreccio complesso di abbandono scolastico, abuso di sostanze e assenza di prospettive lavorative. Questa condizione, definita dalla stessa Procuratrice “un intreccio catastrofico”, è terreno fertile per il reclutamento da parte della criminalità organizzata.
Il CNDDU ritiene urgente:
– potenziare la scuola come presidio educativo e di legalità;
– attivare programmi integrati scuola–servizi sociali–giustizia minorile per la prevenzione e il recupero;
– garantire sostegno psicologico strutturato per minori e famiglie fragili;
– adottare una legge nazionale di prevenzione del reclutamento minorile da parte della criminalità, come annunciato in sede parlamentare;
– ampliare modelli operativi come il protocollo d’intesa firmato il 1° aprile 2025 a Palermo, che integra istruzione, formazione e inserimento lavorativo per giovani a rischio.
La tutela dell’infanzia non può essere una misura emergenziale, ma una strategia permanente. Ogni minore sottratto alla criminalità è una conquista per l’intera comunità. Ogni fallimento in questo campo è una responsabilità collettiva.
prof. Romano Pesavento
presidente CNDDU
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