L’Italia corre su due binari paralleli: da una parte imprese sempre più giovani e proiettate verso l’innovazione, dall’altra un sistema formativo che fatica a stare al passo. Il risultato? Un gap di competenze che rischia di frenare la crescita del Paese proprio quando l’economia ha più bisogno di rilancio.

I numeri parlano chiaro. Secondo le previsioni del sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Anpal, entro il 2029 serviranno 3,5 milioni di lavoratori. Non si tratta di posti di lavoro qualsiasi: le aziende cercano profili sempre più specializzati, in grado di gestire la rivoluzione digitale in corso. Il dato più significativo? Oltre il 60% delle imprese ha già introdotto innovazioni nei propri prodotti e processi, mentre il 45% ha completamente ripensato i modelli organizzativi. Insomma, le aziende italiane si stanno muovendo. Ma chi le aiuterà a crescere?

Qui emerge il vero problema. Le discipline STEM – scienze, tecnologia, ingegneria e matematica – sono il cuore dell’innovazione, ma è proprio qui che scarseggia il personale qualificato. Nei prossimi cinque anni mancheranno figure strategiche in settori come meccanica, elettronica, informatica e trasporti, che non sono marginali ma rappresentano la spina dorsale della competitività italiana. E questo accade proprio mentre il Paese affronta due transizioni epocali: quella digitale e quella ecologica. Il mismatch non riguarda solo l’università. Il problema inizia molto prima, tra i banchi di scuola, dove molti diplomati scelgono percorsi lontani dal mondo produttivo mentre le imprese avrebbero bisogno di più istituti tecnici e professionali forti. A complicare tutto c’è la demografia: meno giovani, meno scelta. Con una popolazione che invecchia, ogni talento perso pesa doppio.

Il rapporto Excelsior lancia un allarme che non può essere ignorato. Da una parte abbiamo imprenditori giovani, dinamici, pronti a sperimentare. Dall’altra un sistema che non riesce a fornire le competenze necessarie per sostenere questa spinta innovativa. La domanda è semplice: l’Italia riuscirà a far incontrare l’energia delle sue imprese con la solidità delle competenze? La risposta determinerà se il Paese saprà cogliere le opportunità dell’innovazione o se resterà a guardare mentre altri corrono.