“Anima virtuosa” e profondo conoscitore delle musiche del XX secolo, scompare all’età di 87 anni Paolo Emilio Carapezza. Musicologo italiano e professore dell’Università di Palermo, Carapezza è riuscito nel suo intento: trasmettere l’amore della conoscenza a chiunque abbia avuto l’opportunità di conoscerlo. Nato a Roma nel 1937 da genitori siciliani, successivamente si trasferì a Palermo, che adesso rende omaggio alla sua persona dotata di profonda cultura e umanità verso il prossimo. “Il Maestro”, come viene soprannominato da tanti, è rimasto nel cuore di molti per la sua capacità di istruire, trasmettere valori e formare.
E’ stato tra gli organizzatori delle Settimane internazionali di nuova musica di Palermo, ha fondato insieme Antonio Titone la rivista Collagene fino a raggiungere negli anni 2000 l’incarico di docente di Storia della musica presso l’Ateneo palermitano.
Il ricordo
“Scrivere per dire, e non dire per scrivere” è uno dei tanti insegnamenti che un alunno custodisce nella memoria del professore. L’apertura verso i giovani, la curiosità e il rigore scientifico di Paolo Emilio Carapezza sono i tratti distintivi che hanno caratterizzato la sua essenza: “Scrivere per dire, e non dire per scrivere”. Solo uno tra i tantissimi insegnamenti di Paolo Emilio Carapezza, che per i suoi numerosi allievi, sparsi in tutto il mondo, è un precetto fondamentale. Ha sempre avuto apertura e curiosità nei confronti dell’altro, che si trattasse di studenti giovanissimi o suoi colleghi di ogni parte del mondo, di musiche modernissime o vecchissime e comunque lontane, lontanissime, o talmente vicine da sfuggirci. Lo ricordo a lezione leggere un racconto di Beniamino Joppolo, La nuvola verde, per illustrare le modalità vegetali delle strutture musicali di Bartók, facendo le voci di ogni personaggio… Seduto tra noi studenti, fortunatamente pochi, con una partitura gigante che seguivamo in due insieme a lui… Al pianoforte, per cantare e suonare La canzone del Piave… E alla fine di quelle ricchissime lezioni, sempre pronto a fermarsi per consigliarci letture, ascolti, approfondimenti, andando a pescare i libri o i dischi dagli scaffali dell’Istituto di Storia della Musica di via Amari, e per ascoltarci” si legge su un post da Angela Fodale.
“Paolo Emilio Carapezza, posso dire con qualche presunzione il mio Maestro, è stata tra quelle persone che lasciano il segno. Non certo per manifestazioni di potere o di inutile presenzialismo, ma per quello che di più alto nel mondo della cultura e dell’insegnamento una persona possa rappresentare. Un uomo, oltre che un musicologo e docente di straordinarie capacità, che ha sempre cercato di valorizzare al massimo nei suoi studenti, soprattutto in quelli che manifestavano più interesse, ciò che di meglio potevano offrire tralasciando carenze o mancanze. Io sono stato uno tra quelli. I suoi stimoli e le sue lezioni hanno formato in me, e non solo, un modo di pensare e di agire sia nel campo professionale che intellettuale che sono diventati una maniera di essere e di operare. E inutile ripercorre qui la sua vita pubblica e scientifica, sarebbe impossibile, ma certamente Paolo Emilio è stato e sarà uno tra i più grandi. Un forte abbraccio a Claudio, Francesco e Mariangela” ricorda Daniele Ficola sui social.
Ad aggiungersi al cordoglio anche l’associazione Amici del Teatro Massimo: “Gli Amici del Teatro Massimo porgono l’estremo saluto al professor Paolo Emilio Carapezza, fondatore, presidente onorario e presidente per tanti anni, ricordandone il tratto gentile e amabile, l’entusiasmo e l’apertura verso i giovani, il rigore scientifico, la passione intellettuale. Innumerevoli le attività significative varate sotto la sua presidenza, dal Premio Sedici Maggio ai cicli di lezioni musicali. Si associano al dolore della moglie Mariangela, dei figli Claudio e Francesco e di tutti i familiari ed amici”.






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