Emilio Fede è morto oggi, martedì 2 settembre, all’età di 94 anni nella Residenza San Felice di Segrate, alle porte di Milano. La notizia è stata confermata al Corriere della Sera dalla figlia Sveva Fede, che aveva dichiarato: “Sta lottando come un leone”, riferendosi alla strenua battaglia del padre contro le gravi condizioni di salute che si erano aggravate negli ultimi giorni.
Fede, nato il 24 giugno 1931 a Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina, ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama mediatico italiano, grazie a una carriera lunga oltre settant’anni, che lo ha visto dirigere testate prestigiose come Tg1, Studio Aperto e, soprattutto, Tg4, il telegiornale di Rete 4 che ha guidato per due decenni, dal 1992 al 2012.
Una carriera tra RAI e Mediaset
La parabola professionale di Emilio Fede inizia negli anni Cinquanta, quando, giovanissimo, entra in RAI come collaboratore per Il Momento – Mattino di Roma e successivamente come inviato speciale per la Gazzetta del Popolo di Torino. Nel 1958, il passaggio alla televisione con il programma Il circolo dei castori, accanto a Enza Sampò e Febo Conti, segna il suo debutto sul piccolo schermo. La sua esperienza come inviato in Africa negli anni Sessanta, durante il periodo della decolonizzazione, gli vale una crescente notorietà. Negli anni Ottanta, Fede assume la direzione del Tg1 (1981-1982), consolidando il suo ruolo di protagonista del giornalismo italiano.
Il vero punto di svolta arriva nel 1989, quando approda al gruppo Fininvest (oggi Mediaset). Qui fonda Studio Aperto nel 1991, primo telegiornale di una rete privata in Italia, coprendo in diretta la Guerra del Golfo. L’anno successivo, nel 1992, prende le redini del Tg4, che sotto la sua guida diventa un simbolo della televisione commerciale italiana, ma anche oggetto di critiche per la sua linea editoriale vicina a Silvio Berlusconi.
Il legame con Silvio Berlusconi
Emilio Fede non ha mai nascosto la sua profonda amicizia e gratitudine verso Silvio Berlusconi, che definiva “la famiglia”. Questo rapporto, cementato da anni di collaborazione, ha segnato profondamente la sua carriera. Durante i vent’anni alla guida del Tg4, Fede è stato spesso accusato di un eccessivo sostegno al leader di Forza Italia, soprattutto durante le campagne elettorali. Celebre la dedica della vittoria di Berlusconi nel 1994 alla madre del politico, Rosa Bossi, un gesto che ha alimentato polemiche e satire, come quelle di Corrado Guzzanti e del programma Blob. Nonostante le critiche, Fede ha sempre rivendicato la sua fedeltà all’editore, sottolineando il legame personale oltre che professionale.
Alla morte di Berlusconi nel giugno 2023, Fede aveva espresso il suo dolore in un’intervista all’ANSA: “Il mio ricordo sarà con lui sempre, fino a quando andrò a raggiungerlo. È stato un periodo della mia vita bellissimo quello insieme a lui. Sapeva dare amore, intelligenza, generosità”.
Le controversie giudiziarie
La carriera di Emilio Fede non è stata priva di ombre. Nel 2019, il giornalista è stato condannato in via definitiva a 4 anni e 7 mesi per favoreggiamento della prostituzione nell’ambito del processo Ruby-bis, legato allo scandalo che ha coinvolto Silvio Berlusconi. Fede ha sempre proclamato la sua innocenza, scontando la pena prima ai domiciliari e poi in affidamento ai servizi sociali. Nel 2021, dopo aver completato la condanna, aveva dichiarato a Non è l’Arena: “Finalmente posso guardarmi attorno e tornare ad essere quel ragazzo che dal cuore della Sicilia per scoprire chissà quali malefatte”.
Le vicende giudiziarie, unite alla perdita della moglie Diana De Feo, giornalista ed ex senatrice, scomparsa nel 2021, e a problemi di salute come un incidente stradale e una positività al Covid nel 2020, hanno segnato gli ultimi anni della sua vita. Nonostante ciò, Fede aveva ripreso a partecipare a trasmissioni televisive, come Punti di Vista su Cusano Italia TV, dimostrando la sua passione per il giornalismo fino all’ultimo.
Le ultime ore e il ricordo delle figlie
Negli ultimi giorni, le condizioni di salute di Emilio Fede si erano aggravate significativamente. Ricoverato da tempo nella Residenza San Felice di Segrate, una struttura che accoglie anziani autosufficienti e persone con limitata autonomia, il giornalista era seguito costantemente dal personale medico. Secondo fonti vicine alla famiglia, il suo quadro clinico si era complicato nelle ultime ore, richiedendo un monitoraggio intensivo. Con lui, al momento del decesso, erano presenti le figlie Simona e Sveva, che lo hanno accompagnato fino all’ultimo.






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