In un’estate torrida che ha fatto vacillare anche le certezze più consolidate, un piccolo comune siciliano ha dato prova che un’idea semplice può generare un cambiamento profondo. Lì, tra sabbia e mare, è nata una lezione di cittadinanza attiva, travestita da gioco. Un gioco che, in realtà, gioco non è.
Il sindaco Francesco Iarrera, con un’iniziativa lanciata quasi per caso, ha messo in moto un meccanismo tanto ingenuo quanto rivoluzionario: premiare i bambini che raccolgono rifiuti in spiaggia con biglietti gratuiti per le giostre del luna park locale.
Plastica, cartacce, bottiglie: i piccoli volontari armati di buona volontà hanno ripulito il litorale, documentando il loro “bottino” con una foto. In cambio, un blocchetto per divertirsi: ruota panoramica, autoscontri, zucchero filato. Ma la cosa più importante non era il premio. Era il gesto.
“Prima che l’emozione di questa strana estate svanisca – ha scritto il sindaco Iarrera in un post su Facebook – godiamoci questi eventi rovesciati, in cui tocca ai bambini aggiustare i disastri degli adulti, come fosse il sintomo del ribaltamento delle fasi della vita: più si cresce, più si ha bisogno di sostegno.
A noi adulti resta il diritto di lamentarsi, di postare, imprecare, appollaiati in prima fila con vista smartphone.
Mentre tempo e mondo rotolano via, noi possiamo ricorrere al vecchio trucco di fingere di non sapere che l’unica soluzione per evolversi resta quella di sempre: cambiare se stessi.”
Inconsapevolmente, il sindaco ha creato un piccolo capolavoro di educazione civica, ambientale e sociale. Una spiaggia pulita non è solo una spiaggia più bella per i turisti. È un segno di rispetto per il territorio, un simbolo di cura, un gesto che insegna appartenenza e responsabilità.
Questo progetto ci ricorda che il mondo della balneazione non è solo turismo e relax.
È anche consapevolezza, partecipazione, educazione, futuro.
E il futuro, a Oliveri, ha il volto sorridente e determinato di bambini che — anche quando il luna park è andato via — hanno continuato a presentarsi in Comune, chiedendo kit per raccogliere rifiuti, senza aspettarsi nulla in cambio. Solo per fare la loro parte.
“Sindaco, le giostre non ci sono più. Ma noi vorremmo il kit WWF per continuare a pulire le spiagge.”
La spiaggia come spazio civico
La vera rivoluzione di Oliveri è aver trasformato la spiaggia da spazio di consumo a spazio civico.
Un luogo dove si può prendere il sole, certo, ma anche imparare, agire, condividere valori. Dove un bambino diventa esempio, e l’adulto — finalmente — si mette in ascolto.
L’iniziativa ha già avuto l’appoggio del WWF, ma il suo potenziale è ancora tutto da esplorare. I comuni costieri italiani, dalla Sicilia alla Sardegna, potrebbero farla propria. Non servono grandi fondi. Serve volontà, fantasia, ascolto. E il coraggio di affidare il futuro… a chi ancora non ha smesso di crederci.
Il gioco si è concluso. Ma il cambiamento è iniziato.
Per quest’anno, il gioco che non è un gioco si è concluso. Ma qualcosa è stato messo in moto. Una consapevolezza che non si spegne con l’estate. Un’energia che si può replicare, alimentare, condividere.
Perché, come diceva quel vecchio slogan, la rivoluzione comincia dal basso.
E a Oliveri, quest’anno, è cominciata con un sacchetto in mano, i piedi nella sabbia e lo sguardo di un bambino che — magari senza saperlo — stava già salvando il mondo.
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