L’Unione Europea compie un nuovo passo deciso nella strategia di contrasto economico alla Russia. Con l’annuncio del 19° pacchetto di sanzioni, la Commissione europea ha confermato la volontà di vietare le importazioni di gas naturale liquefatto (GNL) dalla Russia nei mercati europei.
L’obiettivo dichiarato è indebolire la capacità economica del Cremlino, che continua a finanziare la guerra in Ucraina grazie ai ricavi provenienti dalla vendita di combustibili fossili. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, è stata chiara: “È ora di chiudere il rubinetto”.
REPowerEU e sicurezza energetica: “L’Europa è pronta”
L’annuncio è arrivato in un momento cruciale. Con l’arrivo dell’autunno, i cittadini europei guardano con attenzione alla disponibilità energetica per i mesi più freddi. Von der Leyen ha voluto rassicurare: “Gli europei saranno al sicuro quest’inverno. Ci siamo preparati con REPowerEU”.
REPowerEU è il piano di risposta energetica lanciato dopo l’invasione dell’Ucraina, che ha permesso all’Europa di ridurre la dipendenza dal gas russo, diversificare le fonti di approvvigionamento e investire in energia rinnovabile. Tra le misure adottate:
- Riduzione della domanda energetica da parte degli Stati membri;
- Rafforzamento delle infrastrutture per il GNL alternativo;
- Incremento delle importazioni da paesi terzi;
- Accumulo strategico di riserve di gas.
Secondo la Commissione, questi sforzi stanno già producendo effetti concreti.
Un pacchetto di sanzioni mirato: colpire la “flotta ombra”
A spiegare nel dettaglio alcuni aspetti del 19° pacchetto è stata anche l’Alta rappresentante per la Politica estera e di sicurezza dell’UE, Kaja Kallas. Tra le misure più significative:
- Designazione di 118 nuove navi come appartenenti alla cosiddetta “flotta ombra”;
- Divieto di riassicurazione per tutte le imbarcazioni inserite nella lista nera;
- Limitazioni alle operazioni di trasporto e commercio legate al GNL russo.
Il concetto di “flotta ombra” fa riferimento a quelle navi che operano al di fuori dei circuiti ufficiali, spesso nascondendo l’origine del carico o navigando senza adeguata documentazione. Colpire queste attività significa interrompere le rotte parallele con cui Mosca continua a esportare energia, eludendo le sanzioni.
Il GNL russo nel mirino: fase di uscita entro il 2027
Il punto centrale del pacchetto riguarda il divieto totale delle importazioni di GNL russo entro il 1° gennaio 2027. Si tratta di una scadenza strategica, pensata per offrire all’industria europea il tempo necessario per adattarsi senza compromettere la stabilità energetica. Il GNL è una risorsa fondamentale, ma la sua origine ha un peso crescente nelle scelte politiche e commerciali dell’Unione. L’eliminazione graduale della fornitura russa rappresenta un punto di non ritorno nella ridefinizione del rapporto tra Bruxelles e Mosca.
Von der Leyen: “I proventi dell’energia alimentano la guerra”
Il legame tra combustibili fossili e conflitti armati è ormai una questione di politica estera. La presidente von der Leyen ha ribadito che “l’economia di guerra della Russia si sostiene grazie ai ricavi provenienti dai combustibili fossili”. L’Unione Europea, pertanto, punta a soffocare progressivamente questa fonte di sostegno finanziario. Ogni restrizione commerciale viene presentata come un modo per limitare la capacità del Cremlino di prolungare il conflitto in Ucraina.
La questione sicurezza: violazioni dello spazio aereo e nuove pressioni
Il contesto generale rimane teso. La Commissione ha sottolineato come recenti violazioni dello spazio aereo di Polonia e Romania da parte di droni abbiano alimentato nuove preoccupazioni tra i Paesi membri. “Queste non sono le azioni di chi vuole la pace”, ha commentato von der Leyen, aggiungendo che le minacce all’Unione stanno crescendo, e che proprio per questo motivo è necessario aumentare la pressione diplomatica, economica e commerciale sulla Russia.
La transizione energetica come strumento geopolitico
L’approccio dell’Unione Europea non si limita alla sanzione, ma mira anche alla trasformazione strutturale del sistema energetico continentale. L’integrazione di fonti rinnovabili, il risparmio energetico e la resilienza delle infrastrutture sono diventati strumenti di difesa economica oltre che ambientale. “Abbiamo investito in fonti energetiche a basse emissioni di carbonio come mai prima d’ora”, ha dichiarato la presidente della Commissione, sottolineando che questa strategia è ormai irreversibile.






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