Un sasso lanciato contro un pullman. Un vetro che si frantuma. Una vita spezzata. Così è morto Raffaele Marianella, 65 anni, autista romano residente a Firenze, al termine della partita di Serie A2 di basket tra Sebastiani Rieti ed Estra Pistoia. Un gesto vile e assurdo che ha trasformato una normale trasferta sportiva in una tragedia nazionale.

Il dramma di Contigliano

È accaduto a Contigliano, in provincia di Rieti. Marianella si trovava a bordo del pullman come secondo autista del mezzo che riportava i tifosi del Pistoia Basket in Toscana, dopo la vittoria contro la squadra locale. Poco dopo il fischio finale, all’uscita dal PalaSojourner, il pullman è stato bersagliato da una violenta sassaiola. Un sasso ha colpito Marianella al collo, provocandone il decesso.

L’inchiesta: omicidio volontario contro ignoti

La Procura di Rieti ha immediatamente aperto un fascicolo per omicidio volontario, al momento contro ignoti. A guidare l’inchiesta il procuratore Paolo Auriemma, con il coordinamento del pm Lorenzo Francia. Le indagini sono state affidate alla Squadra Mobile e alla Digos, che stanno analizzando i filmati registrati prima, durante e dopo la partita.

Si stanno esaminando le telecamere di sorveglianza lungo il tragitto verso la superstrada per Terni, così come le celle telefoniche nella zona dove non ci sono dispositivi di videosorveglianza. Decine di testimoni sono già stati ascoltati dagli inquirenti.

Un gesto folle che ha colpito l’Italia intera

“Senza parole”, ha dichiarato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, commentando la notizia. Ha parlato di “atto di violenza inaccettabile e folle”, esprimendo vicinanza alla famiglia della vittima e auspicando che i responsabili vengano assicurati alla giustizia quanto prima.

Parole dure anche da parte del vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani: “È inaccettabile morire così. Togliere la vita a qualcuno in questo modo significa non avere a cuore il valore della vita stessa… Cosa c’entra con lo sport e i suoi valori?”. Anche Francesco Rocca, presidente della Regione Lazio, ha espresso cordoglio e ha annunciato che la Regione si costituirà parte civile nel procedimento, per difendere “i valori di civiltà e legalità calpestati da questo gesto inaccettabile”.

Una comunità sconvolta e un dolore collettivo

“Ti terrò sempre nel mio cuore” ha scritto su Instagram Federica Marianella, figlia della vittima, affidando ai social un messaggio semplice e straziante. Il padre, prossimo alla pensione, aveva iniziato da poco a lavorare per la Jimmy Travel all’Osmannoro, vicino Firenze. Un uomo qualunque, che faceva il suo dovere. E che ha trovato la morte in modo insensato.

Il sindaco di Firenze, Sara Funaro, ha parlato di “violenza cieca e intollerabile”, esprimendo profondo cordoglio e chiedendo chiarezza rapida. Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ha definito l’agguato “un gesto gravissimo e inaccettabile”, un colpo al cuore dell’intera comunità sportiva.

Da Pistoia, il sindaco Alessandro Tomasi ha commentato con amarezza: “Un atto criminale che ci lascia increduli. Siamo in contatto con i pistoiesi che erano sul pullman e con le autorità che stanno svolgendo le indagini”.

Uno sport tradito dalla violenza

La violenza esplosa fuori dal palazzetto non ha nulla a che vedere con lo sport. Lo ribadisce anche Francesco Macrì, presidente del gruppo Estra, sponsor del Pistoia Basket: “Condanniamo con fermezza ogni forma di violenza e riaffermiamo il valore dello sport come momento di rispetto, condivisione e unità”. Anche Alessandro Draghi, consigliere di Fratelli d’Italia e vicepresidente del consiglio comunale di Firenze, ha proposto un minuto di silenzio in memoria di Marianella.

Chi era Raffaele Marianella

Raffaele Marianella era originario di Roma, ma da anni viveva a Firenze. Aveva 65 anni, una vita alle spalle da autista, e lavorava da circa tre mesi per una ditta di trasporti. Non era un ultras, non era un tifoso in trasferta: era un lavoratore.