Da una parte c’è il ministro per il Made in Italy, Adolfo Urso, che, nel corso del question time alla Camera, ha fornito ampie rassicurazioni sul futuro dell’Isab, dall’altro ci sono Pd e M5S che denunciano la mancanza di risorse per traghettare il Petrolchimico di Priolo nella Transizione energetica.
Il nodo del pignoramento delle quote di Goi Energy
Il problema più urgente per l’Isab è il pignoramento, deciso dal Tribunale di Milano, delle quote detenute dal proprietario, Goi Energy, per via di un debito di 150 milioni nei confronti di Litasco, una società svizzera nell’orbita di Lukoil. Si sta provando a trovare un’intesa con la composizione negoziata perché Goi Energy eviti di cedere le quote ma il Governo nazionale ha già fatto sapere di voler bloccare un eventuale passaggio di consegne, esercitando la Golden Power, del resto con il nuovo “anatema” di Trump, con altre sanzioni, su Lukoil i margini di una cessione non ci sono.
Il ministro Urso
“Noi stiamo seguendo – ha detto il ministro Urso – come sempre con grande attenzione la vicenda Lukoil, o meglio Isab di Priolo, sin dall’inizio della legislatura al fine di garantire la continuità produttiva dello stabilimento come prescritto sia dal Golden power che abbiamo esercitato con responsabilità e in modo appropriato, sia dal decreto legge sull’Isab che è stato uno dei primi atti normativi di questo Parlamento. Quindi lo stabilimento è in piena sicurezza, a prescindere dalle vicende della proprietà”.
Il Pd: finiti i fondi per la Transizione
Il Pd, con Alberto Pandolfo, capogruppo in Commissione attività produttive, ha attaccato il ministro sulla mancanza di risorse per la Transizione energetica. Tema molto sensibile nel Petrolchimico di Priolo che, a parte lo stabilimento Eni Versalis che sarà trasformato in uno stabilimento per la produzione di bio carburante, non vedrà altre aziende dirigersi verso l’industria green. Nei mesi scorsi, il senatore siracusano del Pd aveva sollevato la questione, sollecitando il Governo a metterci i soldi per consentire alle imprese, tra cui Isab, il cuore pulsante del Petrolchimico, di procedere con la riconversione, altrimenti sarebbe caduto un asset che vale il 60% del Pil locale.
“È inaccettabile che a fine anno le imprese italiane si ritrovino ancora una volta senza certezze, con i fondi per la Transizione 4.0 ormai esauriti e quelli per la Transizione 5.0 già svaniti nel nulla. Il governo e il ministro Urso devono assumersi la responsabilità di una gestione caotica e contraddittoria che sta mettendo in ginocchio il sistema produttivo nazionale ha detto Alberto Pandolfo. “Dopo aver tagliato e ridefinito in corsa il piano Transizione 5.0, creando confusione e incertezza tra migliaia di imprese che avevano già pianificato gli investimenti, ora si scopre – attacca il dem – che anche la misura precedente, la 4.0, è a secco. Il risultato – dice Pandolfo – è un deserto di strumenti per l’innovazione, mentre gli altri Paesi europei accelerano sugli incentivi industriali e sulla competitività. Urso aveva promesso una politica industriale stabile e di lungo periodo, ma siamo di fronte all’ennesimo stop and go”.
M5S: “Serve aiuto dell’Europa”
Il M5S lancia un appello perché l’Italia, a questo punto, si faccia dare i soldi dell’Unione europea. “Senza il sostegno dell’Europa, il rilancio – dice Filippo Scerra, parlamentare del Movimento 5 Stelle che depositato un’interrogazione diretta al Ministro per gli Affari europei – – nella direzione della sostenibilità del polo industriale di Siracusa rischia di rimanere una chimera. Per questo, ho stimolato il Governo italiano ad intervenire anche a Bruxelles, per garantire la prosecuzione ed il rafforzamento nella prossima programmazione europea 2028-2034, di tutte quelle misure a supporto di un cambio di paradigma produttivo per quei settori industriali definiti ‘hard to abate’, a partire dal Fondo per una Transizione Giusta (Just Transition Fund – JTF)”.
Per l’europarlamentare del M5S, Giuseppe Antoci “la proposta di accorpare tutti i fondi di coesione in un unico strumento rischia di penalizzare i distretti industriali più esposti, come quello di Siracusa”. Inoltre, “non vogliamo che la transizione finisca per accentuare i divari territoriali anzichè ridurli. Pertanto, serve un impegno dell’Europa chiaro e definito per i prossimi anni, in modo da sostenere i poli industriali che vogliono riconvertirsi ma che da soli non possono affrontare i costi elevati della transizione”.
Cisl: “Rassicurazioni da Isab”
Ieri, i sindacati hanno incontrato i vertici di Isab: la Femca Cisl saluta con ottimismo le rassicurazioni fornite dall’azienda, che, comunque, fin dal giorno della notizia del pignoramento delle quote di Goi Energy, ha garantito la continuità produttiva.
“Le risposte fornite dall’azienda, pur lasciando – dice Alessandro Tripoli, segretario generale della Femca Cisl Ragusa Siracusa – alcuni nodi aperti che continueremo a seguire passo dopo passo, confermano elementi importanti: la continuità produttiva, la tenuta del sito sotto il regime di Golden Power e la volontà di mantenere attivi gli investimenti. Anche le parole del Ministro, che ha ribadito l’attenzione del Governo e la messa in sicurezza dello stabilimento, rappresentano un segnale utile e coerente con il momento che stiamo attraversando”.






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