Saranno interrogati in procura i ragazzi presenti alla festa a Bagheria in cui è morta Simona Cinà, la giovane di Capaci annegata in piscina durante una festa di laurea.

Nessuno dei ragazzi presenti alla festa in cui è morta Simona Cinà si è presentato nello studio dell’avvocato Antonio Ingroia, il legale della famiglia della ventunenne annegata la notte del 2 agosto nella piscina di una villa a Bagheria.

L’ex procuratore aggiunto della Dda di Palermo ne voleva sentire quattro, gli amici più stretti di Simona, nell’ambito delle indagini difensive che sta facendo su richiesta dei genitori, del fratello e della gemella di Simona.

“Me lo aspettavo, i familiari mi avevano già preannunciato che dopo i funerali anche gli amici più stretti non si sono più fatti sentire — dice Ingroia — Mi dispiace, volevo evitare di dover chiedere al pubblico ministero di convocarli per un interrogatorio”.

Va detto che nessuno dei ragazzi a cui è arrivata la richiesta di un incontro era tenuto a presentarsi. Tutti hanno già detto ai carabinieri e al sostituto procuratore di Termini Imerese Raffaele Camarrano quanto sapevano sulla notte della tragedia.

“Ma la procedura mi consente di chiedere al pm di convocare i ragazzi come persone informate sui fatti per un interrogatorio dell’avvocato della famiglia. Interrogatorio che si terrà alla presenza del magistrato — continua il legale — E questo sarà il mio prossimo passo”.

I familiari non credono si sia trattato di un malore e rifiutano di pensare che nessuno dei trenta, forse quaranta, invitati rimasti a bordo piscina all’ora della tragedia non abbia visto nulla, non si sia accorto del corpo di Simona che scendeva verso il fondo della vasca. Simona venne trovata sul fondo della piscina qualche minuto dopo le 4. Fu uno dei festeggiati a tuffarsi in acqua con un amico per prenderla e portarla fuori dalla piscina. Alle 4,10 venne registrata la telefonata al numero unico di emergenza. Al loro arrivo i sanitari del 118 trovarono la giovane già morta. Sul corpo non sono stati trovati segni di violenza. Gli ematomi sullo sterno per i medici legali sono dovuti ai maldestri tentativi di rianimazione degli amici. La relazione finale del medico legale non è ancora stata consegnata agli inquirenti.