“La situazione della TARI a Catania è ormai divenuta insostenibile per le famiglie”. Con queste parole il segretario provinciale CISAL Catania, Giovanni Lo Schiavo, esprime il suo forte disappunto di fronte agli ultimi dati diffusi da Cittadinanzattiva e Federconsumatori, che confermano il primato negativo del capoluogo etneo come città più costosa d’Italia per la tassa sui rifiuti.

“Cisal Catania – afferma Lo Schiavo – non può che manifestare un fermo dissenso verso un sistema che appare ingiusto, inefficiente e privo della trasparenza necessaria. Non è più tollerabile che i cittadini paghino cifre così elevate senza vedere miglioramenti proporzionati nei servizi”.

Secondo l’ultimo rapporto nazionale, la spesa media per la TARI in Italia ha raggiunto nel 2025 i 340 euro annui, in aumento del 3,3% rispetto ai 329 euro dell’anno precedente. Ma il dato più allarmante riguarda la Sicilia e, in particolare, Catania, dove la tariffa media annua tocca quota 602 euro, la più alta tra i capoluoghi italiani.


A livello regionale, Sicilia (402 euro), Puglia (445 euro) e Campania (418 euro) restano le aree più costose. Al contrario, le regioni più virtuose sono Trentino-Alto Adige (224 euro), Lombardia (262 euro) e Veneto (290 euro).

Un ulteriore elemento di criticità è evidenziato da Federconsumatori Sicilia, secondo cui nel 2024 la TARI a Catania è rimasta pressoché stabile (594 euro), nonostante un aumento significativo della raccolta differenziata, passata dal 22% al 34,7%.

“Numeri doppiamente inaccettabili – denuncia Lo Schiavo –: i cittadini pagano molto, e nonostante un maggiore impegno nella differenziazione dei rifiuti, non ottengono alcun alleggerimento del carico fiscale”.

Il rapporto nazionale evidenzia inoltre forti squilibri territoriali: Nord Italia: 290 euro l’anno, raccolta differenziata al 73%; Centro Italia: 364 euro l’anno, differenziata al 62%; Sud Italia: 385 euro l’anno, differenziata ferma al 59%.


Sull’argomento è intervenuta anche Cittadinanzattiva, ribadendo la necessità di ridurre le disuguaglianze territoriali, rendere più efficiente il servizio e rafforzare la trasparenza nella gestione dei costi.

In risposta ai dati diffusi, l’Amministrazione Comunale ha precisato che l’elevato costo della TARI è il risultato di fattori strutturali e sistemici: conferimenti illeciti provenienti da comuni limitrofi che aumentano l’indifferenziato; alta produzione pro capite di rifiuti: oltre 610 kg annui per cittadino contro i 500 della media nazionale; bonifiche delle discariche abusive, interventi indispensabili ma onerosi; saturazione degli impianti regionali e costi elevati dei conferimenti all’estero.

Nonostante ciò, Palazzo degli Elefanti rivendica un miglioramento della raccolta differenziata, salita al 37%, e ribadisce la necessità di un percorso verso maggiore equità e partecipazione civica nel sistema dei rifiuti.


“Non è più accettabile che i cittadini siano gravati da costi così elevati – continua Lo Schiavo –. Chiediamo all’Amministrazione Comunale un intervento immediato e concreto per correggere un sistema che, così com’è, mina la fiducia nella capacità delle istituzioni locali di gestire un servizio fondamentale”.

La CISAL Catania propone: Revisione urgente della struttura tariffaria, con criteri più equi e sostenibili. Maggiore trasparenza nei bilanci, con rendicontazioni pubbliche dettagliate. Accelerazione verso la Tarip (tariffazione puntuale) per premiare comportamenti virtuosi. Investimenti reali nella raccolta differenziata e negli impianti di riciclo.

“Non è più tempo di promesse – conclude Lo Schiavo – ma di azioni concrete. Solo così sarà possibile restituire ai cittadini un servizio efficiente, sostenibile e degno di una città che vuole guardare al futuro”.

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