“Gravi carenze programmatorie, organizzative, gestionali, informative ed attuative, che determinano a cascata ancor più gravi inefficienze nella pianificazione, nel monitoraggio e controllo delle attività e, conseguentemente, nell’impiego delle risorse pubbliche”. E’ uno dei passaggi di un documento nel quale la Corte dei Conti torna a chiedere chiarimenti sul piano rifiuti della Regione siciliana.
Si tratta di un documento vasto che affronta il ciclo dei rifiuti nell’arco di un decennio e anche oltre e segnala ritardi e inefficienze che vengono da lontano.
“Carenza di pianificazione, rischi ambientali e rischi di danno erariale…grave ed ingiustificabile carenza della documentazione riguardante le gestioni commissariali” sono le contestazioni avanzate dalla Sezione di Controllo della Corte dei Conti per la Regione siciliana.
Sono 11 i punti sui quali l’amministrazione è chiamata a dare chiarimenti. Ma la richiesta non riguarda solo l’amministrazione regionale ma anche le Srr.
Solo raccomandazioni di cui terremo conto
A stretto giro da Palazzo d’Orleans arriva una precisazione men tre le opposizioni si affannano ad attaccare.
“Il referto della Corte dei conti sulla gestione dei rifiuti nella Regione Siciliana, sull’economia circolare e sulla tutela dell’ambiente appena pubblicato si concentra su diversi decenni di attività delle amministrazioni statali e regionali competenti in materia delle quali tutte le amministrazioni pubbliche interessate debbono prendere atto. Avuto riguardo alle questioni inerenti il vigente Piano regionale per la gestione dei rifiuti (urbani e speciali) l’amministrazione commissariale intende, nel rispetto della funzione di controllo collaborativo offerto dalla Corte, raccogliere gli spunti ed i suggerimenti forniti che saranno oggetto di un confronto continuo in sede attuativa, proseguendo con determinazione nel completamento di un moderno ed efficiente sistema di gestione del ciclo dei rifiuti”.
Micari (Italia Viva): “Disastro politico e amministrativo”
“La Corte dei Conti certifica l’ennesimo fallimento del governo nazionale e di quello regionale: sul ciclo dei rifiuti non esiste una pianificazione seria, non c’è una visione e non ci sono nemmeno i dati di base per programmare i nuovi impianti”. Lo dice Fabrizio Micari, componente del direttivo di Iv Sicilia.
“Dopo anni di slogan sui termovalorizzatori, la realtà è fatta di carenze strutturali e di sistema che resta in perenne emergenza. Particolarmente gravi, poi, le riserve della Corte sull’efficace utilizzo delle risorse pubbliche, primo e fondamentale dovere di ogni pubblica amministrazione. È un disastro politico e amministrativo che ricade sui cittadini siciliani: Meloni e Schifani continuano ad annunciare soluzioni che non sono in grado di realizzare”, conclude.
L’attacco 5 stelle
“Ormai – dice il capogruppo pentastellato Antonio De Luca – non passa giorno senza che arrivi una notizia che certifichi l’inefficienza e l’inefficacia di un governo e di una maggioranza delegittimati da risultati inesistenti e dalle numerose inchieste della magistratura. Ora è il turno della Corte dei Conti che certifica in modo inequivocabile l’ennesimo fallimento del governo regionale nella gestione dei rifiuti. Non è un richiamo formale: è un’accusa pesante e definitiva nei confronti di chi ha governato per lustri, riducendo la Sicilia a un’isola in emergenza continua, col governo Schifani che in questo disastroso ambito, con la fallimentare decisione di realizzare due inceneritori, rischia di fare la parte del leone”.
“Gli inceneritori – continua De Luca – secondo la magistratura contabile non bastano a garantire una gestione sostenibile, visto che, come rilevano i magistrati e come abbiamo sempre sostenuto noi, non esiste certezza su tempi, dimensioni o efficacia degli impianti. Il rischio, anche per loro, è che diventino soltanto un costo aggiuntivo per cittadini e Comuni, con scarti ancora da smaltire ed emissioni ambientali da gestire senza un piano credibile”.
“La Corte – aggiunge il capogruppo M5S – descrive un sistema allo sbando: senza visione, senza competenze, senza trasparenza e soprattutto senza infrastrutture adeguate. Non basta più trasferire i rifiuti fuori regione: occorre una rete impiantistica stabile, coerente e adeguata ai bisogni reali di tutta l’isola. Invece di puntare su infrastrutture serie, è stato ignorato tutto ciò che serve per ridurre la produzione di rifiuti, differenziare in modo efficace o promuovere il riciclo e il riuso. Le politiche di prevenzione sono rimaste sulla carta. I piani presentati sono vecchi, contraddittori, poco trasparenti”.
Palazzo d’Orleans precisa ulteriormente
“Non si tratta di controllo su atti puntuali di rilevanza finanziaria, come nel caso della delibera CIPESS sul Ponte sullo Stretto con effetto sospensivo del procedimento, ma di controllo sulla gestione che si sostanzia, come evidenzia la stessa Corte: in “raccomandazioni sollecitatorie di interventi e misure correttive”.
“Quindi nessun freno né paralisi, come qualcuno sostiene, semmai uno sprone a procedere con aggiustamenti che rendano più efficace il riordinamento avviato ed ancor più speditamente.
La realizzazione di un modello che assicuri una gestione integrata del sistema dei rifiuti secondo i principi dell’economia circolare nel pieno rispetto della gerarchia dei rifiuti è l’obiettivo che stiamo proseguendo e che, attraverso il completamento della rete impiantistica e la realizzazione dei termovalorizzatori, dei quali è in corso di definizione la progettazione, potrà finalmente liberare la Sicilia da una questione per troppo tempo rimasta irrisolta. Impegno che il Governo Schifani ha assunto tre anni fa, al momento dell’insediamento”.
Pellegrino: “Corte conferma urgenza del piano”
Per Stefano Pellegrino, Presidente dei deputati di Forza Italia all’Assemblea Regionale Siciliana bisogna “prendere atto del contenuto del Referto della Corte dei Conti, che non mette in discussione la bontà o la necessità del Piano regionale sui rifiuti, ma anzi ne sottolineano piuttosto l’urgenza attuativa. Quei rilievi, infatti, ci confermano nella convinzione che la strada intrapresa dal governo Schifani sia l’unica percorribile. Con il Piano approvato da questo Governo, e con i provvedimenti complementari già adottati, si risponde finalmente a un’emergenza che dura da decenni, chiudendo un periodo senza regole che ha avvelenato l’ambiente, le casse regionali e la vita dei cittadini, favorendo solo posizioni di monopolio. Le osservazioni della Corte non possono che essere un ulteriore stimolo a procedere spediti e a chiudere definitivamente con un passato fallimentare”.
“In particolare, a scelta dei termovalorizzatori di ultima generazione, insieme all’intero impianto del Piano e al lavoro per rinforzare la struttura amministrativa chiamata a gestirlo, è la risposta chiara e risolutiva che la Sicilia attendeva: è garanzia di economicità, trasparenza, tutela ambientale e, finalmente, del decoro e della pulizia che i nostri concittadini aspettano da troppo tempo”.
“Chi vede capziosamente nel documento della Corte una “bocciatura” dei termovalorizzatori, o non ha letto il documento o agisce in mala fede”.






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