“Cosa nostra è attenta ai mutamenti e in questo momento ha un importante obiettivo che è quello di tornare ad accumulare ricchezza e per farlo deve fare ricorso a un intervento sul mercato degli stupefacenti. Le misure cautelari che sono state applicate nelle ultime ore servono a disarticolare due mandamenti mafiosi quello di Brancaccio e della Noce, due mandamenti storici della Cosa nostra palermitana, in particolare, con riferimento alla distribuzione dello stupefacente e le estorsioni ai commercianti”. Lo ha detto il procuratore capo di Palermo Maurizio de Lucia nel corso della conferenza stampa alla squadra mobile di Palermo per illustrare l’operazione che ha portato all’esecuzione di 50 misure cautelari. “Le strategie dell’organizzazione mafiosa – ha aggiunto il procuratore – continuano a essere accumulazione del capitale, governo del territorio e le misure cautelari che sono applicate testimoniano proprio che cosa nostra sia tutt’altro che sconfitta”.
de Lucia, ‘commercianti devono decidersi a collaborare’
“Sappiamo bene che il numero delle estorsioni è sensibilmente superiore rispetto al numero delle denunce. E qui c’è poco da fare: i commercianti devono comprendere che non solo esistono forze di polizia responsabili e professionali che possono proteggerli, ma soprattutto che esiste non da ora una legislazione di aiuto ai commercianti che denunciano che deve essere utilizzata e per la quale ci vuole comprensione”. Lo ha detto il procuratore capo di Palermo Maurizio de Lucia nel corso della conferenza stampa alla squadra mobile di Palermo per illustrare l’operazione che ha portato all’esecuzione di 50 misure cautelari. “Ci sono vecchi esponenti mafiosi ma nuove leve sembrano emergere. Anche questa è una caratteristica dell’organizzazione che è – ha aggiungo – comunque attrattiva rispetto ai giovani, purtroppo perché non ci sono alternative valide. Questo è un grossissimo problema perché al di là della repressione penale che noi e le forze di polizia possiamo esercitare il problema è offrire alternative serie di vita a una grande parte della popolazione giovane di questa città”. Secondo quanto emerge dall’inchiesta, “estorsioni e traffico di stupefacenti – ha aggiunto – continuano ad essere le due principali attività e fonti di approvvigionamento, assieme al settore delle scommesse”.
Questore di Palermo, coordinamento tra tutte le forze di polizia
“Il dato che emerge dall’operazione di stanotte è l’assoluta trasversalità, capillarità e continuità di tutta la polizia perché in questa attività c’è tutto l’impegno che sviene svolto dai poliziotti di questa città. C’è il coordinamento tra varie sezioni della Mobile, tra uffici territoriali con la Mobile e con gli uffici centrali come il Sisco e che non potrebbe essere fatto se non ci fosse il controllo quotidiano del territorio, quello svolto in silenzio. In questa occasione viene reso visibile impegno quotidiano ad azione e impegno dell’attività di controllo di polizia”. Lo ha detto il questore di Palermo, Maurizio Vito Calvino, incontrando i giornalisti alla Squadra mobile. “Un’azione che si inserisce nel controllo del territorio quotidiano che tanto ci impegna per e cerca di contrastare e aumentare la percezione di sicurezza del cittadino. Anche questi arresti vanno in questa direzione”.
Di Giorgio, a Palermo anche piazza di spaccio virtuale
“Sono prevalentemente quattro le organizzazioni che si occupano del traffico di stupefacenti a Palermo e sono prevalentemente nel mandamento mafioso di Brancaccio. Siamo in presenza di organizzazioni fortemente strutturate, in un caso è emerso il rapporto stretto con un clan della camorra”. Lo ha detto il procuratore aggiunto di Palermo, Vito Di Giorgio, incontrando i giornalisti alla Squadra Mobile di Palermo dopo il blitz antidroga. “Nel corso dell’inchiesta – ha spiegato – sono stati sequestrati oltre 2 quintali di hashish e 4 chili di cocaina. Ma l’aspetto che più colpisce è la meticolosità nel mettere su il traffico che passa dalla fornitura, allo stoccaggio per essere poi immesso nel mercato locale da soggetti di fiducia. In un caso è stato previsto il servizio taxi ed è stato rinvenuto un libro mastro con entrate e uscite relative a vendite degli stupefacenti”. Inoltre, ha spiegato il magistrato, oltre alle tradizionali piazze fisiche è stata anche “accertata anche una piazza virtuale su Telegram con un canale dedicato allo spaccio con foto delle sostanze disponibili, le quantità e le scontistiche da applicare”.
Sfameni, 50 indagati in quattro attività investigative
“L’indagine che riguarda 50 indagati comprende 4 attività investigative: due da parte della sezione sezione antidroga della squadra mobile e che ha visto l’esecuzione di 25 provvedimenti cautelari, una della sezione criminalità organizzata con il Sisco, il servizio investigativo dello Sco e che ha riguardato il mandamento della Noce che comprende anche le famiglie di Cruillas, Malaspina e Altarello nell’ambito della quale abbiamo registrato sei episodi estorsivi. E infine l’ultima condotta dal commissariato di Brancaccio”. Lo ha detto Antonio Sfamemi, capo della Squadra Mobile di Palermo, nel corso della conferenza stampa organizzata negli uffici della questura.
Crispi, vittime estorsioni non casuali
“Il mandamento della Noce ha una capacità di rigenerarsi che è sorprendente. E questo ci impone di fotografare la situazione immediatamente dopo ogni operazione per individuare le figure apicali di cosa nostra, sia per il traffico di stupefacenti sia dal punto di vista delle estorsioni. Il controllo è capillare e le vittime vengono scelte in modo non casuale: l’organizzazione infatti studia il territorio e viene scelto chi difficilmente si rivolgerà alle istituzioni”. Lo ha detto Valentina Crispi, capo del servizio investigativo del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato incontrando la stampa negli uffici della Squadra Mobile di Palermo.






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