Pd, M5S e Sinistra futura spingono per la mozione di sfiducia al sindaco di Lentini, Rosario Lo Faro, rimasto senza una formale maggioranza dopo le dimissioni in massa di 4 assessori del Mpa. Il primo cittadino, che di recente, ha rinfrescato la sua giunta dispone di aula di soli 3 consiglieri su 16.

Pd, M5S e Sinistra Futura

In un comunicato congiunto, i tre partiti del Centrosinistra, rappresentati da Claudia Saccà, segretaria del Pd di Lentini, Maria Cunsolo, portavoce in Consiglio comunale del M5S e Alberto Commendatore, coordinatore di Sinistra Futura Lentini, constatato che “a nulla sono valse le richieste di dimissioni rivolte al Sindaco, che continua a rifiutare questa scelta anche di fronte ad una bocciatura politica ormai evidente” lanciano un appello alle forze di opposizione: “Restituire la parola agli elettori attraverso la presentazione e la votazione in Consiglio comunale di una mozione di sfiducia nei confronti del Sindaco e della sua Amministrazione”.

Il messaggio al Mpa e la mossa degli autonomisti

Un appello, dunque, a tutta l’opposizione ma la parte del leone la fa certamente proprio il Mpa che, in Consiglio, dispone di ben sei consiglieri. Forza Italia ne ha uno, come il Pd, Sinistra futura, M5S, una lista legata in qualche modo a FdI, gli ultimi due posti sono riferibili ad altrettante liste civiche.

Nelle settimane scorse, in piena bufera politica dopo le dimissioni degli assessori, il Mpa aveva escluso di voler presentare una mozione di sfiducia, precisando che spetta “a quelle forze politiche che negli ultimi mesi l’hanno agitata sui social come un vessillo”. Insomma, il messaggio era: a presentarla dovete essere voi.

“Dobbiamo firmare”

Pd, M5S e Sinistra futura, come una partita a scacchi, rilanciano: “Se l’obiettivo è realmente quello di andare al voto nella primavera del 2026, la mozione di sfiducia deve essere sottoscritta da tutte le forze disponibili a compiere questo passo. La mozione non può essere strumentalizzata come mezzo di attacco verso altre forze politiche, ma deve rappresentare una presa d’atto della situazione oggettiva in cui versa il nostro Comune e rispondere concretamente alle finalità per cui è stata presentata; in caso contrario rischia di diventare mero esercizio formale”