Si è concluso con grande partecipazione l’appuntamento, ormai diventato annuale, dedicato ad esplorare aspetti della filosofia cristiana dei primi secoli. “La speranza della Chiesa nella società imperiale antica” il titolo di questa 15° edizione del Convegno di Patristica, organizzato dalla Facoltà e dall’Istituto Siciliano di Studi Patristici e Tardo antichi “J.H.Newman”. 


Una due giorni intensa, giovedì 11 e venerdì 12 dicembre, che ha visto confrontarsi e scambiare conoscenze tra professoresse e professori provenienti da diverse Università e Istituti religiosi del mondo. “Il tema della speranza – spiega don Vincenzo Lombino dell’Istituto Siciliano di Studi Patristici – è stato scelto in linea col tema del Giubileo che sta volgendo al termine. La speranza è un tema molto pervasivo, difficilmente delimitabile, per cui non è stata trattata a fondo in passato come effettivamente merita. La speranza per noi è una virtù teologale ma che trova tante applicazioni anche nella vita sociale. Oggi – conclude – c’è una destrutturazione di tutto, c’è una crisi della speranza nel futuro, quindi è un tema che può essere molto valido e fecondo per la nostra vita sociale attuale”.


Ad aprire i lavori la relazione dal titolo “Sperare cristianamente. Attirare il futuro nel presente” di don Massimo Naro della Facoltà Teologica di Sicilia: “Sperare cristianamente significa fondamentalmente non dimenticare che il cristiano è tale perché fa riferimento continuo alla figura di Cristo Gesù e al suo Evangelo. E dal suo Evangelo si lascia orientare, anzi, nel suo Evangelo radica la propria esistenza. La speranza non può essere perduta se davvero si pensa a Cristo Gesù. Interviene nella storia, sopraggiunge alla storia, ma poi muove la storia dal suo di dentro a superarsi e, soprattutto, questa è la speranza in definitiva, a migliorarsi”.

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