Da un lato una prima risposta alle opposizioni alle quali viene tolto uno dei motivi di protesta, dall’altro il recupero di fondi per finanziare la spesa aggiuntiva che è stata promessa ai Comuni ed agli ex precari stabilizzati, i Pip, per far crescere il loro monte ore lavorativo.
Finanziaria, pronti via
La Finanziaria regionale, dopo la lunga giornata di discussione generale di ieri, entra nel vivo oggi a partire dalle 11,30 con la prima seduta di trattazione dell’articolato. E compare l’emendamento soppressivo del governo che cassa il fondo da 54 milioni che veniva istituito presso l’assessorato regionale alle Infrastrutture e i Trasporti. Si trattava di una “tesoretto” destinato a finanziaria la progettazione di nuove opere pubbliche, la manutenzione e il completamento di quelle esistenti e gli interventi di adeguamento sismico di edifici pubblici e di culto ma che l’opposizione aveva già tacciato di essere un fondo nato per nascondere una nuova versione delle mancette aio deputati.
Cassati 54 milioni da riutilizzare
Da una parte si chiude uno dei capitoli di scontro con Pd, 5 stelle e La Vardera, dall’altro quei soldi servono a finanziare ui 30 milioni aggiuntivi promessi all’Anci, l’associazione dei Comuni, e i 20 milioni (poco più di 212 probabilmente secondo i conti degli uffici) necessari per portare il monte ore dei quasi 2000 ex Pip a 24 ore per tutti.
Non si spegne il fronte di scontro sugli ex precari Pip
Ma se i sindacati apprezzano e ringraziano pur non giudicando sufficiente l’incremento, questo non basta a spegnere il fronte di confronto interno alla maggioranza proprio sul tema degli ex precari con Lega e Noi Moderati abbastanza agguerriti (e qualcun altro altrettanto agguerrito ma sottotraccia).
Caronia “Nove milioni insufficienti, si creeranno disparità”
Secondo la deputata di Noi Moderati Marianna Caronia, in realtà al momento ci sono solo 9 milioni e non bastano “Ho lavorato perché si inserisse il tema degli ex Pip dentro la Finanziaria e questo, grazie al mio instancabile lavoro, è avvenuto. Certamente non trovo esaustiva, né tantomeno equilibrata la somma stanziata dal governo regionale: i 9 milioni di euro previsti non sono sufficienti neppure a garantire l’aumento dell’orario di lavoro fino a 24 ore settimanali, figuriamoci a dare una risposta strutturale e definitiva a una platea di lavoratori che da anni attende certezze. Basta soluzioni tampone, servono risposte risolutive” dice Caronia, deputato di Noi Moderati dopo la riunione tra governo e sindacati di stamattina.
“Inoltre, si verrà a creare una disparità tra quei lavoratori che, lavorando dentro un’azienda sanitaria, piuttosto che in una società partecipata, possono ambire con più facilità al tempo pieno, rispetto invece alla stragrande maggioranza dei Pip che si trovano dentro la Regione che non avranno la possibilità di raggiungere lo stesso risultato in tempi celeri – sottolinea – Questa mi sembra una sperequazione tra poveri non più accettabile”, conclude il deputato.
Figuccia, “passaggio importante ma resta obiettivo 36 ore”
“Il passaggio del Governo sugli Ex-Pip transitati in Sas rappresenta un intervento importante e atteso e, per questo, ringrazio il Governo. Tuttavia, il traguardo da raggiungere resta quello delle 36 ore settimanali e di un lavoro a tempo pieno e indeterminato”. Lo dichiara Vincenzo Figuccia, deputato della Lega all’Ars, intervenendo sul tema degli Ex-Pip. “Apprezzo lo sforzo compiuto dal Governo – prosegue Figuccia – che ha introdotto nella Finanziaria un aumento delle ore lavorative. È un segnale concreto, così come è rilevante la norma che consente agli enti di incrementare ulteriormente le ore attraverso risorse dei propri bilanci”. Proprio per questo – aggiunge – ho presentato un emendamento aggiuntivo alla Finanziaria per chiedere che si possa arrivare, nel più breve tempo possibile, alle 36 ore. Confidiamo di poter dare seguito alla soluzione individuata dal Governo, perché non possiamo fermarci a metà percorso”.
!Comprendo pienamente lo stato d’animo dei lavoratori, che da troppo tempo attendono una soluzione definitiva – conclude Figuccia – e continuerò a lavorare affinché si possa raggiungere quanto prima l’obiettivo di un impiego dignitoso, stabile e a tempo pieno”.
Spunta il coordinamento spontaneo dei lavoratori
Ma l’insufficienza degli interventi fa si che spunti anche un coordinamento spontaneo di lavoratori ex Pip che intende affiancare (se non sostituirsi) ai sindacati. “Riconosciamo che l’allineamento dell’orario settimanale a 24 ore rappresenta un segnale di attenzione verso una vertenza storica che per decenni ha visto migliaia di lavoratori vivere in condizioni di precarietà e marginalità. Tuttavia, come coordinamento spontaneo, sentiamo il dovere di evidenziare con chiarezza che questa misura, così come formulata, non è ancora una risposta strutturale né definitiva”.
“L’incremento orario previsto resta insufficiente a garantire una reale dignità salariale e continua a mantenere i lavoratori in una condizione di part-time involontario, non più giustificabile dopo la stabilizzazione avviata in questa legislatura”.
Serve cronoprogramma ed impegno pluriennale
Il coordinamento indica i tre punti di preoccupazione ovvero l’assenza di un cronoprogramma certo verso il raggiungimento dell’orario pieno; di un impegno finanziario pluriennale vincolante e di uniformità di trattamento per tutti i lavoratori del bacino ex PIP.
“Particolarmente critica è la previsione -dichiara Giuseppe Carramusa, componente del coordinamento-che demanda agli enti e alle aziende pubbliche la possibilità di coprire con risorse proprie l’estensione dell’orario fino a 36 ore settimanali. Tale scelta rischia di creare forti disuguaglianze tra lavoratori che condividono la stessa storia, lo stesso percorso di stabilizzazione e lo stesso contratto, ma che verrebbero trattati in modo diverso in base alla capacità di spesa dell’ente utilizzatore. Ribadiamo inoltre- prosegue Carramusa-che non si può parlare di rafforzamento dei servizi senza affrontare seriamente il tema della valorizzazione del lavoro, della formazione, del corretto inquadramento professionale e di un reale processo di integrazione degli ex PIP nella pubblica amministrazione.”
La dignità del lavoro -dichiara Alfredo Utro, storico componente dei Pip-non può essere affidata alla sola gradualità compatibile con i conti pubblici”. La dignità è un diritto, non una concessione. Noi chiediamo con forza: il superamento definitivo del part-time involontario; un percorso chiaro e certo verso le 36 ore settimanali per tutti; l’eliminazione di disparità tra lavoratori; una soluzione strutturale che chiuda definitivamente una vertenza lunga oltre vent’anni. E vigileremo – conclude Utro- con attenzione affinché alle dichiarazioni seguano atti concreti, tempi certi e diritti esigibili. La vertenza ex PIP non chiede privilegi. Chiede giustizia sociale, equità e rispetto”.






Commenta con Facebook