Maggioranza battuta alla prima occasione all’Ars in apertura di seduta sull’articolato della finanziaria regionale siciliana. Il primo stop ad una norma, anche se decisamente secondaria per importanza, si registra alla prima prova di voto segreto.
L’aula ha approvato con 33 voti favorevoli e 28 contrari un emendamento delle opposizioni al ddl bilancio sul quale il governo e la commissione Bilancio avevano espresso parere contrario. Una avvisaglia del clima che si respira e che probabilmente accompagnerà tutta questa fase di trattazione della Legge di Stabilità.
Una finanziaria ad alta tensione
E’ probabile che i lavori proseguano ad alta tensione mentre nelle stanze dei bottoni si lavora ad un probabile maxi emendamento per rimettere tutto a posto, almeno le cose importanti. Potrebbe essere questa la strategia della maggioranza da qui a venerdì o sabato.
Passa l’emendamento 5 stelle, 9 milioni in più per la scuola
E intanto in aula passa un emendamento pentastellato. Tre milioni in più all’anno per le scuole siciliane per i prossimi tre anni. L’emendamento è stato approvato col voto segreto. Si tratta di una proposta del M5S, a prima firma della deputata Roberta Schillaci, che incrementa di nove milioni in totale il finanziamento dei piani di edilizia scolastica previsti dalla legge 23 dell’11 gennaio 1996.
“È questa – commenta Roberta Schillaci – una boccata di ossigeno per le nostre scuole disastrate che consentirà ai nostri ragazzi di frequentare le scuole siciliane in condizioni di maggiore sicurezza. C’è ancora tanta strada da fare in questa direzione, ma quello di oggi è certamente un buon inizio. Questo schiaffo al governo è la premessa di quanto potrà accadere con la finanziaria nei prossimi giorni. Devono capire che non possono fare quello che vogliono, mettendo i veri bisogni dei siciliani sempre all’ultimo posto”.
Poco dopo via libera ad un secondo emendamento che stanzia 500 mila euro la piccola manutenzione nelle scuole siciliane.
L’ok dell’aula alla norma, anche questa a firma della deputata Roberta Schillaci, arriva dopo il sì arrivato poco prima all’emendamento, sempre a prima firma della deputata 5Stelle, che stanzia 9 milioni per i prossimi tre anni per il finanziamento dei piani di edilizia scolastica previsti dalla legge 23 dell’11 gennaio 1996.
Avanti a colpi di voto segreto
Andando avanti continuano le richieste di voto segreto e le bocciature di provvedimenti. Si dice basito per l’ennesima l’assessore Mimmo Turano “Nutro profondo rispetto per il Parlamento siciliano e per le decisioni assunte dall’Aula, ma non posso che restare basito per la richiesta di voto segreto avanzata dal Movimento 5 Stelle sull’emendamento del Governo, che serviva a finanziare le sezioni primavera. Si tratta, è bene ricordarlo, di servizi socio-educativi integrativi rivolti ai bambini dai 24 ai 36 mesi, che svolgono una funzione essenziale di raccordo tra l’asilo nido e la scuola dell’infanzia, in un’ottica di continuità del percorso formativo 0-6 anni, e che per ciascuna sezione accolgono fino a un massimo di 20 bambini. In Sicilia le sezioni primavera attive sono complessivamente 265, di queste 245 sono gestite da istituti paritari privati e 20 da istituti statali. Con il voto di oggi, il Parlamento regionale si assume la responsabilità di mettere a rischio un servizio essenziale, in larga parte garantito dalle scuole paritarie e disciplinato a livello nazionale da specifiche intese tra Stato, Regioni ed ANCI”.
Il ritorno all’attacco di De Luca
Ma su questa finanziaria piovono anche gli attacchi di Cateno de Luca che torna a fare opposizione dura. Il suo bersaglio di oggi è l’assessore all’Economia Alessandro Dagnino del quale chiede le dimissioni
“Il ridimensionamento dei fondi e lo smantellamento sistematico della legge di stabilità certificano una responsabilità politica che non può più essere elusa” è l’affondo di Cateno De Luca contro l’assessore regionale all’Economia Alessandro Dagnino, al centro di una dura critica sulla gestione della manovra finanziaria.
“Un assessore al Bilancio che dà l’ok in Commissione Bilancio a una legge di stabilità da oltre 130 articoli e poi assiste, senza colpo ferire, alla sua falcidia per l’ennesima volta, fino a ridurla quasi della metà, dovrebbe porsi una domanda semplice: qual è il suo ruolo?», incalza De Luca. «È un tema politico, non personale. Perché ci troviamo ancora una volta davanti a un assessore che viene smentito dalla propria maggioranza”.
“Dagnino politicamente inadeguato, indebolisce” il governo secondo il deputato
Secondo De Luca, il comportamento dell’assessore finisce per indebolire lo stesso presidente della Regione: “Un assessore al Bilancio dovrebbe impedire che in Commissione passino provvedimenti destinati a essere tagliati subito dopo. Così si alimenta un meccanismo per cui si vota tanto per sbloccare il procedimento e poi scatta la tagliola. È una presa in giro del Parlamento”.
Attendo la convocazione di Galvagno
“Io aspetto di essere convocato dal presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Gaetano Galvagno, perché adesso il pallino ce l’ha lui in mano e deve spiegare, insieme ai suoi tecnici, quale criterio si intende applicare” aggiunge sottolineando che la questione è pregiudiziale e non riguarda il merito dei singoli emendamenti, ma il rispetto delle prerogative parlamentari: “Qui non si tratta di essere d’accordo o meno sulle scelte politiche. Prima ancora, occorre chiarezza sulle regole del gioco. Senza questa chiarezza, si entra in un terreno che mortifica il Parlamento e la dignità dei deputati”.
De Luca contesta in particolare l’assenza di criteri certi nella distinzione degli articoli ritenuti “ordinamentali” da escludere dalla manovra, nonostante il parere favorevole del governo espresso già in Commissione Bilancio: “Non è accettabile che provvedimenti votati regolarmente vengano poi travolti dalla cosiddetta “tagliola” senza una spiegazione chiara e condivisa”.
L’attuale gestione rischia di svuotare il ruolo dell’Assemblea: “Se le regole vengono cambiate in corsa, il Parlamento viene ridotto a un passaggio formale. Questa è una questione che riguarda la dignità di ognuno di noi e che non può essere elusa”.
“Poi – conclude – si può discutere, confrontarsi, votare e anche perdere. Ma con la dignità delle istituzioni non si gioca”.






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