Una città rinata dalle macerie del terremoto del 1968. Un territorio che, grazie all’arte, ha saputo reinventarsi, trasformando la ferita del passato in un laboratorio culturale senza precedenti. Oggi Gibellina compie un nuovo, decisivo passo: sarà Capitale italiana dell’Arte contemporanea 2026, un riconoscimento che premia la sua storia, la sua visione e il suo ruolo nel panorama artistico nazionale.

A presentare il progetto “Portami il Futuro”, che guiderà questo percorso, è stato Francesco Paolo Scarpinato, Assessore ai Beni culturali e all’identità siciliana della Regione Siciliana, intervenuto questa mattina a Roma (Sala Spadolini del Ministero della Cultura) su delega del presidente della Regione Renato Schifani.

Un incontro che ha riunito istituzioni, enti culturali e rappresentanti del territorio per illustrare il programma e la visione che guideranno questa straordinaria iniziativa.

Oltre a Francesco Scarpinato, alla conferenza sono intervenuti anche: Angelo Piero Cappello, Direttore Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura; Salvatore Sutera, Sindaco di Gibellina; Andrea Cusumano, Direttore Artistico di Gibellina 2026; Rosalia D’Alì, Presidente del Distretto Turistico della Sicilia Occidentale e Francesca Corrao, Presidente della Fondazione Orestiadi.

L’obiettivo non è solo celebrare il passato, ma fare di Gibellina un punto di riferimento stabile e dinamico per l’arte contemporanea in Italia. “È un’occasione unica: un privilegio ma al tempo stesso una grande responsabilità. La Regione Siciliana, con una dotazione finanziaria di 3 milioni di euro, sarà al fianco del Comune di Gibellina in un percorso che ha l’obiettivo di fare di questo territorio un punto di riferimento nazionale per l’arte contemporanea, capace di diventare catalizzatore e attrattore culturale per l’intera Sicilia”, ha dichiarato Scarpinato.

La manifestazione è  curata dal Direttore Artistico Andrea Cusumano, con il sostegno di Regione Siciliana, Comune di Gibellina, Museo d’Arte Contemporanea Ludovico Corrao e Fondazione Orestiadi. Collaborano alla programmazione i co-curatori Cristina Costanzo ed Enzo Fiammetta, il coordinatore del progetto Antonio Leone, il comitato curatoriale di supporto (composto da Antonella Corrao, Arianna Catania, Alfio Scuderi e Giuseppe Maiorana) e un prestigioso comitato scientifico, con nomi del calibro di Achille Bonito Oliva, Antonia Alampi, Marco Bazzini, Michele Cometa, Hedwig Fijen, Claudio Gulli, Teresa Macrì e Maurizio Oddo.

La cerimonia di inaugurazione si svolgerà il 15 gennaio 2026, data altamente simbolica che coincide con l’anniversario del sisma del 1968 che colpì Gibellina e la Valle del Belìce. Da quel momento e per tutto l’anno, la città ospiterà un ricco calendario di mostre, residenze artistiche, performance, simposi, eventi partecipativi, laboratori, progetti educativi e momenti di studio.

Un investimento per la cultura e per il futuro

I fondi saranno destinati a sostenere il Comune e le realtà locali nella realizzazione di iniziative culturali, riqualificazioni urbane e spazi dedicati alla produzione artistica. Una strategia che mira non solo a valorizzare il patrimonio esistente, ma anche a creare nuove occasioni di crescita sociale ed economica per l’intero territorio.

“A oltre cinquant’anni dall’avvio della ricostruzione dopo il terremoto del 1968 – ha aggiunto l’assessore – Gibellina torna ad essere un laboratorio di visione, in cui il contemporaneo diventa strumento per immaginare il futuro e proiettare la Sicilia verso nuovi orizzonti”.

Portami il Futuro è un piano culturale strutturato, che intende coinvolgere cittadini, artisti, istituzioni e operatori culturali in un processo partecipato. Una visione che unisce memoria, identità e innovazione, proponendo la cultura come motore di coesione e sviluppo.

Portami il futuro

Portami il futuro

Il progetto mira a coinvolgere i cittadini in un processo creativo condiviso, ponendo arte e cultura al centro della vita collettiva. Il programma, suddiviso in cinque aree principali – Mostre; Residenze; Arti performative; Educazione e partecipazione; Simposi, conferenze e giornate di studio – include:

  • Residenze d’artista;
  • Mostre e nuove produzioni;
  • Percorsi educativi e podcast;
  • Arti performative e cinema;
  • Incontri pubblici e momenti di confronto.

L’obiettivo è promuovere una visione partecipata del futuro, in cui la bellezza non è ornamento, ma valore sociale condiviso.

L’identità di Gibellina tra arte, memoria e visione

Gibellina è da tempo un caso emblematico nel panorama culturale italiano: dopo il devastante terremoto del 1968, la città ha scelto di ricostruirsi non solo fisicamente, ma spiritualmente, affidandosi all’arte contemporanea come strumento di rinascita. Un progetto visionario promosso dall’allora sindaco Ludovico Corrao, che coinvolse grandi maestri come Alberto Burri, Arnaldo Pomodoro, Pietro Consagra e Carlo Scarpa, trasformando Gibellina in un autentico museo a cielo aperto.

Fra le opere più iconiche, il Cretto di Burri – una delle più imponenti realizzazioni di land art in Europa – continua ancora oggi a rappresentare un ponte tra la tragedia e la rigenerazione, un simbolo concreto di come la memoria possa dialogare con il futuro attraverso il linguaggio dell’arte. In questo quadro, la nomina a Capitale Italiana dell’Arte Contemporanea 2026 appare come il proseguimento naturale di un’identità già consolidata.

Il progetto può contare anche sul sostegno del Ministero della Cultura. Per Angelo Piero Cappello, Direttore Generale della Creatività Contemporanea, il conferimento del titolo rappresenta “un passaggio storico per il nostro Paese”, perché riconosce all’arte un ruolo centrale nello sviluppo di reti territoriali integrate “sul piano civile, sociale e culturale”. Il progetto Portami il Futuro, ha aggiunto, dimostra che “l’arte può farsi bene comune, strumento di memoria, dialogo e innovazione”.

Un forte coinvolgimento emotivo traspare anche nelle parole del sindaco Salvatore Sutera, che ha definito il riconoscimento “il compimento di un sogno collettivo”, affermando con convinzione che oggi “Gibellina parla al mondo con il linguaggio dell’arte, della memoria e della speranza”. Un’eredità, ha precisato, che affonda le radici nella visione di Corrao e che oggi “appartiene ai cittadini di Gibellina, ma anche all’intera Valle del Belìce coinvolta nel progetto”.

A chiudere, il pensiero del direttore artistico Andrea Cusumano, che descrive Gibellina 2026 come “una pratica di presenza, non solo espressione del presente”. Secondo lui, Portami il Futuro non è solo uno slogan evocativo, ma “un invito rivolto agli artisti, alle cittadine e ai cittadini a confrontarsi con le fratture della contemporaneità, trasformando le crisi in occasioni di scelta, di cura e di cambiamento”. Per Cusumano, il progetto chiede all’arte di “abitare” i luoghi, costruire relazioni, lasciare tracce durature, e soprattutto diventare compito sociale: “Un modo per generare conoscenza, partecipazione e nuova centralità per i territori, lasciando un’eredità culturale che vada oltre l’anno del titolo”.