La finanziaria regionale siciliana è entrata nel vivo e dopo la trattazione dei primi tre articoli in due giorni per portare a casa i quali sono state necessarie interlocuzioni, tessiture della tela politica e accordi vari, vige ancora una totale incertezza non solo sui tempi ma anche e soprattutto sull’andamento dei lavori.
L’incognita abuso del voto segreto
Su tutto pesa l’incognita del voto segreto. Una pratica che probabilmente con il nuovo anno verrà abolita o quantomeno ridimensionata fino ad arrivare ad una proporzione più simile a quella prevista dal Senato della Repubblica dove il ricorso alle urne è limitato ai soli casi di coscienza ovvero a quelle norme che chiamo in causa non solo l’appartenenza politica ma la singola coscienza del deputato. L’esempio più classico che si fa in questi casi è quello di un eventuale voto su una norma che regolamenti il suicidio assistito o il trapianto di organi da donatore vivente: in quei casi l’appartenenza politica dovrebbe lasciare il posto alle intime convinzioni di ciascuno senza che dietro l’angolo possano esserci conseguenze politiche per chi vota in modo disallineato.
Oggi, invece, all’Ars il voto segreto può essere chiesto su tutto, basta avere l’appoggio del dieci per cento del parlamento ovvero appena 7 deputati. La conseguenza è l’uso che di questo strumento viene fatto: il voto segreto diventa una strumento di ricatto politico.
Usatelo poco e bene, poi abbiate il coraggio di votare a viso aperto
Dato per assodato che la norma ancora c’è e che l’opposizione legittimamente la usa per sottolineare le tensioni nella maggioranza, da siciliani ci sentiamo di fare un appello ad un uso responsabile e morigerato. Se battaglie dovete fare abbiate il coraggio di farle a viso aperto assumendovi la responsabilità di ciò che votate.
E quando, invece, si tratta di “indurre in tentazione” guardate anche a cosa c’è in ballo. Perché il costo della battaglie politica, degli scontri “fra di voi” non può essere a carico della Sicilia e dei siciliani. Non può essere a carico di categorie produttive che aspettano una norma.
Attendendo l’articolo 7
Bisogna avere il coraggio delle scelte e capiamo che non è facile. Per questo cominciano a farlo noi per primi e usiamo come esempio una norma che ci riguarda. Non come singolo giornale ma come categoria. In discussione c’è anche un articolo, il numero 7, che riguarda i contributi all’Editoria siciliana. Una goccia nel mare di questa finanziaria: 4 milioni in tutto, 3 dei quali all’editoria d’informazione. Somme che possono dare respiro ad un settore e garantire informazione più libera e di maggiore qualità, più professionalizzata e più professionale, più attendibile. Somme che alla fine garantiscono anche un servizio alla società mettendo mano al diritto di essere correttamente informata.
Ecco giocare a nascondino (col voto segreto) su un articolo come questo sarebbe un pessimo servizio al mondo dell’editoria, al diritto dei cittadini di essere informati ed anche al vostro stesso diritto, come deputati, di avere uno spazio per dire la vostra opinione che non sia solo quel mondo ormai amorfo e pieno di odiatori seriali che sono i social.
Un invito alla responsabilità
Dunque un invito alla responsabilità. Ricorrente al voto segreto per le vostre battaglie ma non fatelo quando in gioco ci sono provvedimenti che riguardano intere categorie. E, in un parola, fatelo poco e davvero quando è necessario, inevitabile o… fate voi. L’importante è che lo usiate in modo morigerato e responsabile






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