Antonia, lasciata a morire sull’asfalto: quando l’indifferenza ferisce più dei morsi
Si chiamerà Antonia. Perché anche quando sei una gatta randagia, ferita, abbandonata sull’asfalto, qualcuno deve pur chiamarti per nome. Qualcuno deve riconoscerti come vita.
Antonia giaceva per terra a Terrasini, immobile, dolorante, dopo essere stata aggredita da altri cani randagi. Cani che, come lei, vivono per strada. Figli della stessa assenza, dello stesso vuoto istituzionale, dello stesso silenzio. Era lì. Morente. E nessuno è intervenuto. Nessuno, tranne Manuela. Una cittadina qualunque, una donna normale, che ha fatto ciò che troppo spesso le istituzioni non fanno: fermarsi, guardare, sentire.
Antonia oggi è viva solo grazie a lei.
Le sue condizioni sono gravissime:
– numerose ferite su tutto il corpo
– femore rotto
– dolore, paura, shock
Le cure veterinarie sono urgenti e costose. Servono circa 1.500 euro per interventi, ricovero e riabilitazione. Una cifra enorme per una singola persona, una cifra minuscola se divisa tra tanti cuori. E mentre Antonia lotta tra la vita e il dolore, una domanda resta sospesa nell’aria, pesante come un macigno: dov’era il sindaco? Perché la legge parla chiaro: la tutela, la cura e il benessere di cani e gatti randagi spettano al Comune. Non ai volontari stremati. Non ai cittadini che aprono il portafoglio e il cuore. Non a chi si trova, per caso, nel posto giusto al momento sbagliato. Antonia non è un caso isolato. Antonia è il simbolo di ciò che succede quando l’indifferenza diventa sistema. Oggi però possiamo fare una cosa semplice e potentissima: non voltare lo sguardo. Possiamo trasformare una storia di abbandono in una storia di solidarietà. Possiamo aiutare Antonia a tornare a camminare, a vivere, a fidarsi ancora.
? Qui il link alla raccolta fondi:
Anche pochi euro fanno la differenza. Anche una condivisione. Anche un gesto piccolo, ma fatto col cuore. Antonia non ha voce. Ma noi sì.
E oggi possiamo usarla per lei.






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