• In Italia didattica in presenza fino al 75%
  • Non in Sicilia dove da lunedì tornano in classe elementari e solo le prime classi delle medie
  • Proteste e occupazioni in tutto il Paese
  • Intanto ripartono in presenza i concorsi

Circa 800 mila ragazzi delle superiori torneranno a scuola con il nuovo Dpcm firmato dal premier Conte, sebbene alternati in percentuali che vanno dal 50 al 75%, mentre altri – solo nelle zone ‘rosse’ – rimarranno a casa: è il caso delle seconde e terze medie che frequentavano in questi giorni i loro istituti in Lombardia e in Alto Adige, mentre in Sicilia, da domenica ‘rossa’ – e dove il governatore Musumeci aveva deciso nei giorni scorsi la sospensione delle attività didattiche in presenza fino a domani per le scuole elementari e medie inferiori e fino al 30 gennaio per gli istituti superiori – sono state avviate in queste ore le operazioni di screening per alunni e docenti in vista del ritorno a scuola delle elementari e delle prime medie lunedì, 18 gennaio.

Nella serata di ieri è arrivata la decisione e finalmente un po’ di chiarezza per ragazzi è famiglie.

La scuola in Sicilia

In linea col Dpcm, svolgeranno attività didattica in presenza i servizi educativi per l’infanzia, la scuola dell’infanzia, la primaria e il solo primo anno della scuola secondaria di primo grado. Tutte le altre classi scolastiche e le Università continueranno con la didattica a distanza. Resta la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori e per mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali. Queste regole valgono per tutto il mese di gennaio

Dilagano le proteste nel Paese

Forte la delusione degli studenti della Lombardia dove la Regione aveva recepito la sentenza del Tar, che ha sospeso l’ordinanza sulla didattica a distanza ma che il nuovo Dpcm ‘condanna’ ancora a casa. Per tutto il giorno di ieri si sono susseguite occupazioni, e al liceo scientifico Severi è andata in scena una protesta ‘in sicurezza’: i ragazzi, che dormiranno a scuola, hanno acquistato i tamponi che sono stati fatti loro da una mamma medico. Sit in di proteste si sono svolti anche a Piazza del Popolo a Roma, a Senigallia, in varie città del Veneto, a Cividale (Udine), a Bari, a Napoli. A Milano la mobilitazione per chiedere il rientro delle lezioni in presenza ha coinvolto anche i docenti: un gruppo di insegnanti del liceo scientifico Luigi Cremona ha lanciato un’iniziativa per il 21 gennaio, la Giornata dell’orgoglio della scuola pubblica, a cui ha invitato a partecipare quante più persone possibili, tra docenti, famiglie, studenti. In aula lunedì 18 gennaio torneranno i ragazzi delle superiori nel Lazio, in Emilia Romagna, in Molise, in Piemonte; decisione annunciata per le prossime ore in Puglia. In Emilia Romagna il governatore Bonaccini – che con ordinanza aveva stabilito la ripresa delle superiori il 25 gennaio – ha detto che rispetterà la decisione del Tar che ha sospeso la sua ordinanza e quindi stabilito la riapertura degli istituti superiori, ma ha aggiunto di ritenere “incomprensibile come si possa affidare a singole ordinanze regionali e ad altrettante singole sentenze dei Tar regionali la soluzione della questione scuola, così cruciale per il Paese. Noi ci siamo assunti la nostra responsabilità, adesso tocca al Governo”. Anche la Flc Cgil chiede che a decidere sia il Governo, altrimenti si stanno creando “forme di autonomia differenziata”, vuole che vengano cancellati da subito “i poteri inopinatamente attribuiti alle Regioni anche sulla scuola, dal decreto legge 33/20” e annuncia mobilitazioni in caso contrario. “La didattica a distanza si è rivelata un disastro educativo, sociale e culturale. I nostri ragazzi stanno pagando un prezzo altissimo”, dice la leader di FdI Giorgia Meloni.

Ripartono i concorsi

Ma intanto tra novità del nuovo Dpcm c’è la possibilità di svolgere in presenza le prove concorsuali selettive, con un numero di candidati non superiore a 30 per ciascuna sessione o sede di prova. Saranno quindi ricalendarizzate le prove del concorso straordinario per la secondaria di I e II grado interrotte a novembre e si darà avvio gradualmente allo svolgimento delle prove delle altre procedure concorsuali. La segretaria della Cisl scuola, Maddalena Gissi, chiede invece di rinviare le elezioni del Consiglio superiore della pubblica istruzione. “Solo su ‘Scherzi a parte’ – dice – potrebbe uscire un’ordinanza come quella appena pubblicata sul rinnovo del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, che fissa al prossimo 13 aprile lo svolgimento di elezioni in tutte le scuole”.

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