Agrigento capitale della cultura viaggia verso un flop annunciato. Almeno così sembra guardando alle beghe che continuano nella Fondazione che dovrebbe gestire gli eventi. Dopo la sostituzione del presidente che si è dimesso in seguito alle pressioni politiche, adesso va via anche il direttore della fondazione Agrigento capitale della Cultura 2025, Roberto Albergoni.

Dimissioni maturate nel tempo

Albergoni è l’uomo che ha curato il dossier in base al quale Agrigento è stata scelta come capitale della Cultura. Alcune delle manifestazioni in calendario fanno capo proprio a lui. Ma la scelta di dimettersi sarebbe maturata nel tempo e non pioverebbe come un fulmine a ciel sereno nella Fondazione. L’idea di lasciare in Albergoni si faceva spazio già dall’inaugurazione con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a fine gennaio.

Le dimissioni del presidente Minio

il 24 gennaio aveva ufficializzato le sue dimissioni Giacomo Minio, il presidente della Fondazione  Agrigento capitale della Cultura 2025. La scelta di lasciare arrivò mentre si parlava insistentemente di un commissariamento. L’intervento della Regione con una sorta di potere sostitutivi di fatto portava in quella ora ad un cambio di rotta oltre che di passo.

Alle dimissioni di Minio si era arrivati dopo una lunga serie di incontri e di pressioni politiche. al centro del cambiamento c’è il presidente della Regione Renato Schifani che avrebbe posto condizioni chiare per l’intervento della Regione. Fra queste una libertà di azione che permettesse di evitare altre cattive figure nazionali.

L’arrivo della Cucinotta

Alla presidenza della Fondazione arrivò, così, l’ex prefetto Maria Teresa Cucinotta. “le abbiamo dovuto trovare perfino un ufficio perché non aveva neanche dove lavorare” aveva raccontato ai suoi il Presidente della regione Renato Schifani sottolineando come non ci fosse nulla di pronto.

Albergoni lascia in polemica silenziosa

Il direttore Roberto Albergoni lascia, adesso, in modo diverso, Non ci sono state pressioni dirette ma la sua è una polemica silenziosa. Decide di dimettersi a poche ore dall’approvazione del bilancio della Fondazione, proprio quando la nuova presidente della Fondazione, il prefetto Maria Teresa Cucinotta, pensava di servirsi di un consulente esterno.