Nell’ordinanza che ha portato ai fermi nell’operazione Halycon, spunta il nome del deputato regionale Carmelo Pullara che come accertato dagli investigatori sarebbe iscritto alla loggia massonica “Arnaldo da Brescia”.

Il deputato si sarebbe interessato per risolvere una situazione a cuore a Giovanni Lauria, ritenuto il capo della cosca di Licata. Era il 21 maggio di quest’anno quando il deputato Pullara viene intercettato mentre parla al telefono con Angelo Lauria, tra i fermati dell’operazione dei Ros, che ricopriva, come scrivono gli investigatori, la carica di componente del collegio dei probiviri della Banca Popolare Sant’Angelo di Licata , chiedendo l’interessamento per trovare presso questa Banca una sistemazione lavorativa per una persona non menzionata, ma dal politico appellato quale “amico nostro”.

I due parlano e l’onorevole Pullara chiede: “la Banca Sant’Angelo sembrerebbe che il centralinista cieco che c’era in servizio sta andando o è andato in pensione”. Si risponde Angelo Lauria e Pullara aggiunge: “noi abbiamo un ragazzo che è iscritto nelle liste di disoccupazione … tra l’altro licatese, picciotto per bene … amico nostro …famiglia amica nostra … insomma … pulitissimi”.

Il 26 maggio Angelo Lauria contatta Pullara per chiedere un interessamento per garantire immediate cure al proprio figlio che aveva avuto un incidente stradale. Il 21 giugno un’altra telefonata. Angelo Lauria chiedeva un intervento di Pullara per la propria moglie Giusy Marotta per trovare un posto di lavoro più sereno. In altri casi erano altri uomini fermati che parlavano dell’interessamento del deputato Carmelo Pullara per trovare lavoro.

E’ il caso di Giovanni Lauria intercettato mentre parlava con Giovanni Mugnos anche loro fermati nell’operazione dei carabinieri dei Ros. Lauria ha raccontato di avere chiesto l’intervento del deputato per sistemare il figlio Vito, che come scrivono gli investigatori, sarebbe il maestro venerabile della loggia massonica Anraldo da Brescia.

Stessa loggia dove sarebbe iscritto Pullara come hanno accertato i militari. I carabinieri del Ros alla fine verificano che Vito Lauria dipendente a tempo determinato per la società D.M.S. sino al mese di marzo, successivamente dopo il colloqui ascoltato, iniziava a lavorare, con contratto a tempo indeterminato, per la Pidiemme Consulting s.r.l. Unipersonale. Pullara, secondo quanto scrivono gli investigatori si sarebbe prodigato per trovare lavoro ai figli di Giacomo Casa anche lui fermato nell’operazione. A perorare l’intervento di Pullara è stato Angelo Graci ex sindaco di Licata che viene ascoltato mentre parla con Casa nell’ovile.

Ecco le intercettazioni.

“Dice che Carmelo sta cercando di sistemare una cosa di Vito”, dice Giovanni Lauria, parlando con Giovanni Mugnos, anche lui fermato nell’operazione di oggi dei Ros. Mugnos: “Carmeluuhh”, Lauria “Pullara”, Mugnos: “Sistemarla come”, Lauria “Che è per renderla o definitiva o quasi”.

I carabinieri del Ros alla fine verificano che Vito Lauria dipendente a tempo determinato per la società D.M.S. sino al mese di marzo, successivamente dopo il colloqui ascoltato, iniziava a lavorare, con contratto a tempo indeterminato, per la Pidiemme Consulting s.r.l. Unipersonale. Pullara, secondo quanto scrivono gli investigatori si sarebbe prodigato per trovare lavoro ai figli di Giacomo Casa anche lui fermato nell’operazione.

A perorare l’intervento di Pullara è stato Angelo Graci ex sindaco di Licata che viene ascoltato mentre parla con Casa nell’ovile. L’incontro è avvenuto il 13 aprile del 2017. Graci: “..ci ho parlato per il fatto dei vostri figli … eehh… ha detto l’unica cosa … Voi sempre vi interessate per gli altri “. Casa : “Vero è”. Graci: “… e per … e per loro … vedi di … parliamo, … Carmelo … Pullara che voi … dice che siete in ottimi rapporti”. Casa” “non ci siamo conosciuti mai … ora abbiamo ottimi rapporti quelli buonissimi”. Graci: “allora i carusi … l’unica alternativa oggi è fargli prendere questo attestato di antincendio… per sistemare”. Graci “io … così … ma … io siccome ora è questione politica che si stanno avvicinando le elezioni mi deve venire a cercare lui a me non che io devo andare a cercare a lui”. Graci: “io … io … io … gli dico … solo questo … io no … Ve lo sto dicendo a Voi … se lui è … se lui è veramente amico come si vuole dimostrare ora … amico”. Casa: “ si viene a calare lui”.

“Ancora una volta, amaramente, constato di correre il rischio di finire nel tritacarne mediatico, pur non essendo in alcun modo coinvolto in una vicenda di cui non conosco nemmeno i contorni”.

Ad affermarlo è l’onorevole Carmelo Pullara, capogruppo di Autonomisti e Popolari all’Ars.

“Mi riferisco – aggiunge – all’operazione “Halycon”. Premetto di non essere massone e pertanto di non essere iscritto a nessuna loggia massonica. Vengo tirato in ballo da altri, pur non avendo alcuna contezza della vicenda in questione. Se questo è il prezzo da pagare per essere un uomo pubblico, comincio a pensare che sia un prezzo troppo alto”.
“Rilevo inoltre – aggiunge l’onorevole Pullara – che i dialoghi in cui si farebbe riferimento alla mia persona, risultano essere del luglio 2016, un periodo lontanissimo dalle elezioni regionali, che si sono tenute nel novembre del 2017, quando sono stato eletto all’Ars. E nessun incarico pubblico ed elettivo rivestivo in quel periodo”.

“Ribadisco – conclude il deputato regionale – di essere assolutamente sereno, considerata la mia totale estraneità alla vicenda in questione, e fiducioso nell’operato della magistratura. Ribadisco l’assoluto rispetto delle istituzioni, tanto da essermi già in precedenza autosospeso da componente della Commissione Regionale Antimafia”.