Comune proclamerà lutto cittadino

Strage di Licata, gli investigatori “Piano premeditato, assassino aveva tre pistole”

Angelo Tardino, l’autore del quadruplice omicidio poi morto suicida dopo tentativo di fuga, si è recato questa mattina di buon’ora in casa del fratello Diego a Licata con l’intenzione di compiere una strage. È questa la convinzione degli investigatori che sottolineano come l’autore dell’eccidio avesse con sé ben tre armi, tutte legalmente detenute.

Una Beretta calibro 9 con la quale ha prima ucciso il fratello e la cognata Alessandra, un altro revolver che ha utilizzato per assassinare i nipoti Alessia di 15 e Vincenzo di 11 anni, e una terza pistola che ha infine rivolto contro di sé per togliersi la vita, mentre era al telefono con i carabinieri che stavano cercando di convincerlo a costituirsi.

Lutto cittadino

“La comunità di Licata è sgomenta e l’amministrazione comunale si sta muovendo per dichiarare il lutto cittadino per i funerali delle vittime dell’efferato omicidio, soprattutto per i bambini coinvolti nella tragedia”. Lo ha detto, nei corridoi del Municipio di Licata, il vicesindaco Antonio Montana.

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“Personalmente non riesco a trovare una ragione per la tragedia che si è verificata, ma in questi casi non ci sono ragioni razionali per giustificare – ha aggiunto Montana – conosco dei parenti delle vittime e so che sono gente perbene, grandi lavoratori. L’unica spiegazione che si può dare è quella di un raptus di follia”.

Monsignor Damiano “Tragedia è ennesima sconfitta della nostra cultura”

Monsignor Alessandro Damiano, arcivescovo metropolita di Agrigento, sottolinea: “La tragedia di Licata costituisce l’ennesima sconfitta di una cultura — la nostra — sempre più disorientata e sempre meno capace di gestire le emozioni e le tensioni che turbano l’esistenza personale e interpersonale. Esige una inderogabile presa di coscienza individuale e comunitaria sul valore della persona umana, soprattutto se innocente e indifesa, e sull’importanza della cura delle relazioni, al di là di ogni ferita e di ogni offesa. Chiama in causa tutti noi, nella responsabilità condivisa in merito alla promozione della cultura della vita e alla testimonianza del vangelo dell’amore e del perdono”.

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Il prelato conclude: “Profondamente addolorato per quanto accaduto, assicuro la mia preghiera per le vittime ed esprimo la mia vicinanza e il mio cordoglio alla famiglia e all’intera città di Licata”.

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