pippo manuli
Pensionato....opinionista per hobby, di fede repubblicana
Apocalisse a Taormina, col sorriso del Santo
Oggi, come da tradizione, Taormina celebra il suo Santo Patrono. Festa religiosa, certo, ma anche ricorrenza dal sapore agrodolce. Il 9 luglio del 1943, proprio mentre i fedeli innalzavano inni celesti, la città fu bombardata dagli Alleati, gli Inglesi—e non pochi cittadini, con fede e rancore ben bilanciati, addossarono al Santo l’imperdonabile svista celeste.
E oggi? Niente sirene d’allarme, è vero. Ma non per questo ci sentiamo meno bombardati.
In questa nuova epoca di taumaturghi improvvisati, la cittadinanza si scopre spettatrice di un teatrino tragicomico. Dopo aver accolto con entusiasmo quasi mistico lo Scateno—calato con passo deciso dalla valle del Nisi, come Mosè con le tavole della legge (ma senza legge e con più social)—ora l’entusiasmo evapora più in fretta della granita al limone sotto il sole di luglio.
Lo Scateno pare poco in sintonia con l’anima di Tauromenion. Non si discute il fisico: statuario, slanciato, elegante… insomma, il “physique du rôle” ce l’ha. Ma Taormina non è un palcoscenico di passerella. È un pensiero antico scolpito nella pietra, è teatro dell’anima prima che spettacolo per turisti.
Lo spessore etico-culturale? Boh. Dicono studi giuridici, accademie musicali, onore e curriculum. Ma poi si inciampa in selfie istituzionali, ordinanze surreali, e proclami più degni di una saga Netflix che di un’amministrazione comunale.
Oggi si invoca il Santo non tanto per protezione spirituale, ma come pronto intervento cittadino. Che ci liberi da questi “conquistatori” dallo spirito gregario ma dalla cultura evanescente, da questa deriva estetico-amministrativa in cui si confonde il folklore col futuro.
Ma se anche il Santo dovesse farci spallucce… allora toccherà ai Taorminesi stessi ritrovare l’antico orgoglio. Quello di chi sa che vivere in questa città è un privilegio, non un pretesto da monetizzare. E che la sua anima va custodita, non illuminata a intermittenza.
Titus Conte Taorminese, sempre. Anche se in terre lontane.
Luogo: Colli euganei, Colli euganei, S. N., BUTTAPIETRA, VERONA, VENETO
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