Salvatore Zichichi

Salvatore Zichichi è un medico per devozione, mente innovativa e nerd, crede nelle relazioni umane come leva per trasformare la sanità e la realtà.

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Oggi è una data importante per ciascun volontario CRI. C’è una data che ogni volontario CRI conosce, anche se a volte non la ricorda a memoria: 15 giugno 1864. Non è una ricorrenza come le altre. È la nascita ufficiale della Croce Rossa Italiana. Ma, a ben vedere, Croce Rossa nasce prima, e nasce dentro. Tutto comincia da una battaglia. Solferino, 1859. Sangue, feriti, nessuno che li curi. Un uomo, Henry Dunant, che vede, sente, si ferma. E decide che non si può più accettare che chi soffre venga lasciato indietro solo perché è un nemico, un povero, uno sconosciuto. Scrive un libro. Propone un’idea. Fonda un movimento. Un anno dopo, a Milano, alcuni medici, filantropi e militari italiani raccolgono quel seme e lo piantano in terra nostra. Nasce la Croce Rossa Italiana. La nostra Croce Rossa non è un simbolo. È una scelta. Che nulla a che vedere con la religione, ma con l’umanità. In CRI, tutto parla di umanità. Quella che trovi nel mezzo del disastro, tra le urla, i silenzi e le attese. Quella che impari sul campo, che ti fa chinare davanti al dolore, che ti insegna che non c’è bianco o nero, giusto o sbagliato: c’è solo da fare il bene, nel modo migliore possibile. I nostri padri fondatori, forse non immaginavano che quel gesto, un giorno avrebbe portato milioni di divise rosse nel mondo, ambulanze, tende, mani che curano. Ma è andata così. Perché l’idea era troppo potente per fermarsi: aiutare chi soffre, senza guardare chi è. Ne è nata una rete: Croce Rossa e Mezzaluna Rossa nel mondo. Oggi siamo in 192 paesi. Siamo 14 milioni di volontari. Siamo ovunque. Ma soprattutto, siamo accanto.

I nostri principi: sette parole per stare in piedi quando tutto crolla Ogni volontario, ogni operatore CRI, prima o poi si imbatte in loro: Umanità, Imparzialità, Neutralità, Indipendenza, Volontarietà, Unità, Universalità. Non sono parole teoriche. Sono parole che ti tengono in piedi quando hai un turno di notte e piove da ore. Quando hai appena accompagnato una persona al pronto soccorso e ti accorgi che non ti ha detto il nome. Quando parli a un bambino sbarcato da una nave, e capisci che non parla la tua lingua ma capisce il tuo sguardo. Sono i nostri pilastri. E lo sono da più di 150 anni.

Oggi in Italia

Oggi la Croce Rossa Italiana è una comunità, prima che un’organizzazione. Siamo volontari, professionisti, medici, giovani, formatori, soccorritori, operatori sociali, psicologi, cuochi, informatici, infermieri. Ma anche pensionati e semplicemente gente con voglia di imparare e mettersi a disposizione.  Siamo nelle ambulanze, nei centri accoglienza, nei presidi vaccinali, nelle scuole, nelle piazze e nelle carceri. Siamo nei gesti semplici: un bicchiere d’acqua, una coperta, un cerotto, un sorriso. E siamo anche nei gesti enormi: evacuazioni, pandemie, emergenze internazionali, ponti umanitari. Ma soprattutto siamo una promessa: quella che nessuno sarà lasciato solo.



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