Fabrizio Fiorentino
L’imperfetto: aggiusta il presente e prepara il futuro senza remore
Riecheggia da un sito all’altro la notizia di una celebrazione nel ricco calendario del Giubileo 2025 anche per i cattolici LGBT+, quasi fosse uno scandalo e non piuttosto quella che avrebbe potuto essere già da anni una prassi consolidata.
Questa attenzione è una cartina al tornasole di ciò che certi cattolici indietristi pensano di come debba essere la chiesa, e si stupiscono che il Papa “permetta” che l’acronimo che raccoglie milioni di esistenze garbate si accosti a categorie come gli sportivi, i militari, i catechisti, i volontari.
Temono di vedere in S. Pietro un allegro corteo di tacchi a spillo, borchie e piume, come se questi fedeli non fossero in grado di muoversi dentro un contesto ecclesiale solenne ed ogni raduno diventasse un palcoscenico da pride.
Sarà invece una celebrazione che consentirà di ricucire certi strappi inferti da uno stile disattento alla verità della vita, incurante della realtà. Una giornata dedicata a quelle donne e quegli uomini che si sono sentiti giudicati per vivere “secondo natura”, e per ribadire, se ce ne fosse bisogno, che il Vangelo non parla a categorie ma all’umanità dell’essere umani. Come sono belle le società che integrano ciò che nel passato si è considerato diverso, e quanto può fare per questo anche la chiesa levando i paletti, aprendo le porte, invitando a varcare la Porta Santa come la soglia di un oggi inclusivo di ogni battezzato senza altri aggettivi.
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