Salvatore Zichichi

Salvatore Zichichi è un medico per devozione, mente innovativa e nerd, crede nelle relazioni umane come leva per trasformare la sanità e la realtà.

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C’è un luogo a Palermo dove la cura ha il suono delle risate dei bambini, il colore delle tempere sulle mani e la delicatezza di un abbraccio in corsia. Si chiama Happy Hope, e a guidarla con passione è Monica Mirto, psicologa e presidente dell’associazione. Ma per me, Monica non è solo una collega: è un pezzo importante della mia formazione, del mio percorso da medico e da uomo. Una compagna di viaggio con cui, già da studenti, abbiamo condiviso un sogno che non ci ha mai lasciato e che continuiamo a portare avanti in qualsiasi settore ci troviamo.

Ci siamo conosciuti tra i corridoi dell’università, quando entrambi facevamo parte del Progetto Sorriso, un’attività del SISM che portava la clownterapia nei reparti pediatrici, ispirata allo spirito visionario e umano di Patch Adams. Avevamo poco più di vent’anni, ma già allora sapevamo che giocare è una cosa tremendamente seria. E ci prendevamo gioco della serietà: perché prendersi troppo sul serio non serve a nulla, ma prendersi cura, quello sì, fa la differenza.

Con nasi rossi, palloncini, magie imperfette e parole buone, portavamo un messaggio semplice e potente: “Ci siamo. Siamo qui per te”. Curavamo con le risate, con la presenza, con il cuore.

Monica non ha mai smesso. Ha trasformato quel sogno in qualcosa di concreto. Ha lasciato medicina per diventare una bravissima psicologa, e oggi Happy Hope – da cinque anni – è un porto sicuro per tanti bambini e famiglie che vivono la malattia, la solitudine, la disabilità o semplicemente un momento fragile della vita. Una realtà pulsante dentro palermo che raccoglie oltre 100 volontari di tutti i tipi e con background differenti, che sono il cuore pulsante del progetto e la linfa delle attività, che supportano 3 comunità e oltre 40 bambini. 

Happy Hope è tutto questo e molto di più: laboratori creativi, letture animate, supporto educativo e psicologico, clownterapia, musica, teatro. Una missione profonda nella sua semplicità: stare accanto ai bambini e ai ragazzi che vivono in comunità, offrendo loro ascolto, inclusione, nuove possibilità, facendoli sentire parte di una famiglia più grande.

Ogni fine settimana, i volontari – meravigliosi – si mettono in gioco con entusiasmo: giochi, attività artistiche e culturali, gite, momenti pensati per far sentire i bambini protagonisti della loro città. Perché crescere in un ambiente ricco di relazioni positive è il primo passo verso un futuro più giusto.

E quando guardo Monica oggi, ritrovo quella stessa luce negli occhi di allora. “Non facciamo animazione – mi ha detto – noi costruiamo relazioni”. È proprio così. Happy Hope non è un’associazione, è un ponte: tra medicina e umanità, tra il dolore e la speranza, tra il “non ce la faccio” e il “ce la possiamo fare”.

Collaborano con molteplici realtà e spaccati di società che affrontano temi e momenti complessi e difficili. Ad esempio collaborando con la Samot nel progetto “Ritorniamo alla Socialità”, che mira ad accompagnare i ragazzi a riappropriarsi del “fuori”: un’iniziativa che prevede il reinserimento sociale dei piccoli pazienti oncologici e dell’intero nucleo familiare, con particolare attenzione ai fratellini e alle sorelline, attraverso la pratica ludico-sportiva, il supporto emotivo e psicologico.

Non è solo emozione: è impatto. Happy Hope lavora nei contesti più complessi, dove c’è bisogno di bellezza e sollievo. È prevenzione, è salute, è comunità. Coinvolge famiglie, scuole, enti, istituzioni. E Palermo, con il suo cuore grande, risponde. In questi anni Monica e il suo team hanno trovato tanti compagni di viaggio: amici, volontari, professionisti che hanno scelto di esserci, di credere in questo sogno collettivo.

In una città che spesso fatica e combatte con le sue fragilità, Happy Hope dimostra che curare non significa solo guarire, ma far fiorire anche dove sembra esserci solo aridità. E lo fa con semplicità, con gioia, con la forza invincibile del gioco.

Per continuare a farlo, mercoledì 17 luglio alle Officine del Gusto – TC3, ci sarà una serata speciale: un evento per raccogliere fondi e sostenere tutte le attività di Happy Hope. Musica, sorrisi, parole, presenza. Un’occasione per esserci davvero, per dare un segno, per dire “io ci credo”.

Perché ogni sorriso donato è una terapia silenziosa che fa rumore dentro. Cura i silenzi più profondi. Happy Hope è anche un pezzo della nostra Palermo, che ha bisogno di continua linfa ed energia per continuare a illuminare le connessioni tra le persone e gli angoli più nascosti del nostro territorio. Perché l’amicizia, come la speranza, quando è vera, non si spegne. Perché, in un mondo che corre, fermarsi a giocare può essere l’atto più rivoluzionario che esista.

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