Salvatore Zichichi
Salvatore Zichichi è un medico per devozione, mente innovativa e nerd, crede nelle relazioni umane come leva per trasformare la sanità e la realtà.
Il Dott. Luigi Calvo è Dirigente Medico presso l’ARNAS “Civico” di Palermo, con responsabilità cliniche e organizzative nel reparto di Medicina Interna e Responsabile del Laboratorio di Diagnostica Avanzata Cardiovascolare. Dal 2020 collabora con AMD Giovani, focalizzandosi sulla formazione e sul coinvolgimento delle nuove generazioni di specialisti nel campo del diabete e delle malattie metaboliche
Ha contribuito in modo significativo alla ricerca clinica, con oltre venti pubblicazioni nel corso degli anni, tra cui recenti studi su steatosi epatica metabolica e i suoi risvolti cardiovascolari, in collaborazione con autorevoli centri come l’Università di Palermo.
La sua esperienza unisce competenze in diagnostica avanzata, rigore scientifico e approccio multidisciplinare.
Nel workshop che coordina durante l’VIII Convegno “Dies Panormitanae Atque Magnae Graeciae”, il Dott. Calvo approfondirà l’obesità come punto di partenza per la prevenzione del danno subclinico a carico del cuore e dei reni, proponendo strumenti diagnostici sensibili capaci di intercettare precocemente alterazioni organiche silenti.
—————————————————–
D: Dottor Calvo, lei coordina uno dei workshop più attesi di questa edizione del convegno: quello dedicato all’obesità. Perché oggi rappresenta una delle priorità della sanità pubblica?
R: L’obesità è una vera e propria emergenza sanitaria globale. Non è più un semplice fattore di rischio, ma una condizione cronica e sistemica, che si associa in modo diretto all’insorgenza di malattie cardiovascolari, diabete, sindrome metabolica e numerose altre patologie. In Italia, e in particolare in alcune aree del Sud, i dati epidemiologici ci mostrano una diffusione crescente, anche in età giovanile, con ricadute pesanti sulla salute pubblica e sui costi del sistema sanitario.
D: Cosa distingue il workshop da una semplice sessione scientifica su questo tema?
R: L’obiettivo del workshop è duplice: aggiornare i professionisti con evidenze cliniche aggiornate e, al contempo, fornire strumenti pratici per l’identificazione precoce, la stratificazione del rischio e la gestione integrata del paziente obeso. Sarà un momento operativo, dove si lavorerà su casi clinici, percorsi terapeutici e strategie organizzative che consentano un approccio multidisciplinare, in linea con i modelli di presa in carico più avanzati.
D: Qual è il legame tra obesità e malattia cardiovascolare su cui avete posto l’accento?
R: L’obesità non è solo un problema estetico o metabolico. È un potente acceleratore di rischio cardiovascolare. Incrementa la probabilità di sviluppare ipertensione, dislipidemia, aterosclerosi e scompenso cardiaco. Uno degli aspetti su cui stiamo lavorando è il concetto di obesità come malattia infiammatoria cronica, che altera profondamente l’equilibrio cardio-metabolico. È fondamentale che i medici internisti e i professionisti sanitari considerino l’obesità come una patologia primaria da trattare con la stessa serietà di una cardiopatia o di una nefropatia.
D: Il convegno sottolinea l’importanza dell’integrazione tra ospedale e territorio. Come si declina questo approccio per i pazienti obesi?
R: Serve una rete. Il trattamento dell’obesità richiede il coinvolgimento di più figure: medico di medicina generale, internista, nutrizionista, psicologo, fisiatra. L’ospedale può offrire supporto diagnostico e intensivo, ma è il territorio il luogo della continuità assistenziale e del cambiamento reale. Per questo, nel workshop proporremo modelli di presa in carico integrata, con un focus specifico sui PDTA regionali e sull’utilizzo di strumenti digitali per il monitoraggio e l’aderenza terapeutica.
D: Il programma scientifico include anche una simulazione clinica. Di cosa si tratta?
R: Abbiamo previsto una simulazione di caso clinico integrato, in cui l’obesità è il punto di partenza di un percorso che coinvolge cuore, rene, polmone e metabolismo. L’obiettivo è mostrare come una gestione frammentata possa portare a fallimenti terapeutici, mentre un approccio multidisciplinare ben strutturato può prevenire complicanze e migliorare l’outcome clinico. Sarà un’occasione concreta per mettere in pratica le competenze acquisite.
D: Qual è il messaggio che vuole lanciare alla comunità scientifica attraverso questo workshop?
R: L’obesità va riconosciuta, studiata e trattata come una patologia complessa e cronica. Non si può delegare al singolo specialista o alla volontà del paziente. Servono strutture, percorsi e una visione sistemica. Il nostro obiettivo è formare professionisti consapevoli, pronti a lavorare insieme per intercettare e affrontare l’obesità fin dalle sue fasi iniziali. Solo così potremo davvero ridurre l’incidenza delle malattie cardiovascolari nella popolazione.
Iscrizioni al Congresso
Questo contenuto è stato disposto da un utente della community di BlogSicilia, collaboratore, ufficio stampa, giornalista, editor o lettore del nostro giornale. Il responsabile della pubblicazione è esclusivamente il suo autore. Se hai richieste di approfondimento o di rettifica ed ogni altra osservazione su questo contenuto non esitare a contattare la redazione o il nostro community manager.


Commenta con Facebook