Salvatore Zichichi
Salvatore Zichichi è un medico per devozione, mente innovativa e nerd, crede nelle relazioni umane come leva per trasformare la sanità e la realtà.
Siamo a Palermo, nel cuore di una primavera che profuma di cultura e innovazione, per raccontare un evento ormai cardine del panorama scientifico nazionale: l’VIII Convegno Nazionale Dies Panormitanae Atque Magnae Graeciae. Un incontro che unisce storia e futuro, riflessione clinica e visione organizzativa, in un contesto che valorizza il dialogo tra professionisti, istituzioni e cittadini.
A guidarci in questo percorso, come ogni anno, è il Professore Salvatore Corrao, promotore instancabile di un approccio integrato alla medicina interna e alla gestione della cronicità. Con lui, in un clima informale ma denso di contenuti, esploriamo il significato e il valore di questo appuntamento, i temi centrali dell’edizione 2025 e le sfide che attendono il sistema sanitario, sempre più chiamato a coniugare innovazione, sostenibilità e umanità.
VIII Convegno Nazionale Dies Panormitanae Atque Magnae Graeciae – Medicina interna, cronicità e innovazione organizzativa al centro del dibattito scientifico
D: Professore Corrao, giunti all’ottava edizione del convegno Dies Panormitanae, quale valore assume oggi questo appuntamento per la comunità scientifica italiana?
R: Questo convegno è ormai un punto di riferimento per chi vuole aggiornare e apmplare le proprie conoscenze secondo un approccio olistico, tipico della medicina interna, alla gestione della cronicità. Negli anni si è consolidato come spazio di confronto scientifico, ma anche umano e organizzativo. In questa edizione, abbiamo voluto rafforzare il dialogo tra professionisti sanitari, istituzioni e pazienti, con l’obiettivo di proporre soluzioni concrete e sostenibili per affrontare la crescente complessità clinica e assistenziale.
D: Il focus è chiaramente orientato sulle patologie croniche e rare. Perché questa scelta strategica?
R: Le malattie croniche – metaboliche, immuno-infiammatorie, respiratorie e cardiovascolari – rappresentano la principale sfida sanitaria del nostro tempo, sia per l’elevato impatto clinico che per i costi sociali ed economici. A questo si aggiunge la necessità di individuare e gestire le malattie rare dell’adulto, fatto questo che richiede competenze elevate, percorsi personalizzati e attenzione all’equità di accesso. Abbiamo voluto affrontare entrambi gli ambiti con un approccio sistemico e multidisciplinare.
D: Cosa significa, oggi, parlare di approccio integrato ospedale-territorio?
R: Significa superare la logica a compartimenti stagni. L’efficacia dell’assistenza dipende sempre più dalla capacità di costruire percorsi condivisi tra ospedale e medicina del territorio, tra specialisti e medicina generale, tra strutture pubbliche e realtà associative. Solo in questo modo possiamo garantire continuità assistenziale, appropriatezza e sostenibilità. In Sicilia, dove le disparità territoriali sono ancora evidenti, questa sinergia è una priorità.
D: Il programma è molto articolato. Quali novità scientifiche o organizzative ritiene più rilevanti?
R: Innanzitutto la partecipazione di ospiti internazionali di altissimo livello, come i professori Francesco Cosentino e Gianluigi Savarese del Karolinska Institute, e l’International Lecture del prof. Per-Henrik Groop, che offrirà una panoramica aggiornata sulla nefropatia diabetica. Ma ci saranno anche sessioni simulate, casi clinici integrati e focus su innovazioni terapeutiche. A livello organizzativo, il convegno promuove una formazione orientata alla gestione della complessità clinica improntata alla pratica clinica e all’interazione tra professionisti.
D: Un convegno che mette al centro anche il paziente. In che modo?
R: Non è solo una dichiarazione di intenti. Coinvolgiamo attivamente le associazioni di pazienti, in particolare nella giornata inaugurale con attività motorie outdoor promosse insieme al CONI e alla FMSI. Inoltre, la tavola rotonda tra clinici e pazienti sarà un momento centrale, perché ascoltare le esigenze reali dei cittadini è essenziale per orientare la nostra azione medica e organizzativa.
D: Quali competenze si intendono potenziare nei partecipanti al congresso?
R: Tre livelli fondamentali:
Competenze tecnico-professionali, per aggiornare la conoscenza clinica sulle principali patologie croniche e rare;
Competenze di processo, utili per implementare modelli organizzativi innovativi e multidisciplinari;
Competenze di sistema, per comprendere e contribuire alla governance sanitaria, soprattutto in contesti complessi come il nostro.
D: Professore, un messaggio finale per i partecipanti e per chi segue da lontano questo evento.
R: Vi invito a partecipare con spirito di apertura e confronto. Il progresso della medicina non si fa da soli: nasce dal dialogo tra saperi diversi, dalla condivisione di esperienze e dall’impegno comune per una sanità più equa, moderna e vicina al paziente. Questo è lo spirito del Dies Panormitanae, che ci auguriamo continui a crescere insieme alla nostra comunità scientifica.
Luogo: PALERMO, PALERMO, SICILIA

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