Fu annunciata in diretta tv a pochi giorni dall’elezione di Rosario Crocetta a presidente della Regione, ma nonostante lo sprint iniziale la legge di riordino delle ex province regionali è stata fra le più travagliate dell’intera legislatura.

L’atto è stato esitato definitivamente dall’Ars, ma i problemi restano. Tutte l’ex province sono in gravi difficoltà finanziarie, ma ad oggi non è ancora stato costituito l’Osservatorio regionale previsto dall’art. 25 della L.R. n. 15/2015, che dovrebbe coordinare l’attività di riordino delle funzioni, monitorare l’attuazione della riforma, e soprattutto definire i criteri per la riallocazione delle funzioni e delle risorse finanziarie, umane e strumentali dell’ente intermedio.

Da Caltanissetta è partita così una diffida ad adempiere indirizzata al presidente della Regione, Crocetta e agli assessori regionali Alessandro Baccei e Luisa Lantieri.

Ieri è stato formalmente notificato l’atto di messa in mora che richiama la Regione ‘a porre in essere gli adempimenti di Loro competenza previsti dalla terza legge regionale d’istituzione dei Liberi consorzi e delle Città metropolitane, varata nell’agosto del 2015’.

Sono stati i dipendenti dell’attuale Libero Consorzio Comunale di Caltanissetta a proporre la diffida, che segue quelle già presentate dal personale della corrispondente amministrazione di Ragusa e della Città Metropolitana di Palermo.

“Ha lo scopo di sbloccare l’attuale fase di inspiegabile ed ingiustificato stallo nell’attuazione delle fasi preliminari della riforma ed in particolare nella fondamentale costituzione (avrebbe dovuto essere operata nei successivi 90 gg dall’emanazione della norma) dell’Osservatorio regionale”, si legge in una nota.

I 172 lavoratori ricordano anche che l’atto di diffida coincide con quanto dichiarato dal Presidente delle Sezioni riunite in sede di controllo della Corte dei Conti per la Regione siciliana, Maurizio Graffeo, in audizione lo scorso 14 aprile in Commissione Affari Istituzionali all’ARS in merito alla situazione finanziaria delle ex province regionali.

I dipendenti annunciano che se non si darà seguito alla diffida presenteranno una denuncia in Procura.

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