Arriva dopo 4 mesi di carcerazione preventiva la richiesta di rinvio a giudizio per Antonello Montante l’ex potente industriale accusato di aver messo in piedi un cerchio magico di relazioni per gestire una antimafia di facciata che in realtà sarebbe servita per curare i propri interessi politici ed economici.

Con Montante il giudizio è stato richiesto anche per altri 24  potenti e meno potenti investigatori, agenti dei servizi segreti, imprenditori, professori. Insomma una quantità di persone che dovrebbero rispondere, secondo la Procura, di rivelazione di segreto d’ufficio e di molto altro per aver consentito a Montante di mettere in piedi la stanza dei dossier, quella dove deteneva gli scheletri nell’armaio di quasi tutte le persone in vista di Sicila e forse anche d’Italia.

Fra le richieste di giudizio spiccano i nomi dell’ex Presidente del Senato Renato Schifani ma anche quello dell’ex capo dei servizi segreti Arturo Esposito. Un elenco lunghissimo quello dei presunti favoreggiatori di Montante che prosegue con Diego Di Simone, ex investigatore della squadra mobile di Palermo diventato il capo della security di Confindustria; del colonnello Giuseppe D’Agata, ex capo centro della Dia di Palermo; Marco De Angelis, sostituto commissario in servizio prima alla questura di Palermo, poi alla prefettura di Milano; Ettore Orfanello, ex comandante del nucleo di polizia tributaria della Finanza di Caltanissetta, e l’imprenditore Massimo Romano, titolare della catena di supermercati Mizzica-Carrefour Sicilia. Indagato a piede libero, il professore palermitano Angelo Cuva, accusato di aver fatto da tramite con Schifani.

Una richiesta corposa che taglia letteralmente via tutta l’antimafia di quegli anni. E a Caltanissetta stanno già preprando una inchiesta Montante bis che riguarderà il livello politico delle relazioni dell’ex Vice Presidente di Confidustria. Una inchiesta che ruota intorno a nomi come l’ex governatore Rosario Crocetta, gli ex assessori alle Attività produttive Linda Vancheri e Mariella Lo Bello, l’ex presidente di Sicindustria Giuseppe Catanzaro e molti altri che ancora non si conoscono.

Montante, difeso dagli avvocati Nino Caleca e Giuseppe Panepinto, per parte sua continua a negare e a sottolineare di essere stato, invece, l’uomo della svolta antimafia.

“Apprendo ancora una volta tramite organi di stampa – dice invece Renato Schifani – del deposito della richiesta di rinvio a giudizio da parte dei pm di Caltanissetta. Entro i termini di rito chiederò la definizione con richiesta di giudizio immediato in modo fa potere dimostrare in tempi brevissimi la mia assoluta estraneità per eventuali fatti a me del tutto sconosciuti”