Calogero Nicolas Valenza, il 27enne di Gela, fermato domenica sera dalla polizia egiziana al suo arrivo all’aeroporto del Cairo, proveniente da Barcellona, sarebbe indagato nell’ambito di un presunto traffico internazionale di stupefacenti. Il giovane, che da quattro anni vive e lavora in Spagna come Pr per un’azienda organizzatrice di eventi, sarebbe incensurato e al momento del fermo non sarebbe stato in possesso di droga. Della sua presunta “scomparsa” si parlava da qualche giorno. Ad accusarlo, dopo un interrogatorio della polizia egiziana, sarebbe stato uno straniero, componente di un gruppo di amici arrestati alcuni giorni prima per traffico di stupefacenti. Valenza, che era andato in Egitto per trovare un’amica, non sapeva di essere indagato in quel Paese, ed è stato arrestato al suo arrivo. Lo ha riferito alla famiglia, che vive a Gela, uno degli avvocati dell’ambasciata italiana al Cairo che sta seguendo il caso. I Valenza temono per la vita di Nicolas e per tutelare il proprio figlio hanno dato incarico al proprio avvocato di fiducia, Nicoletta Cauchi, di chiedere l’intervento di Amnesty International e di garantire l’assistenza legale al Cairo.

L’ultima telefonata era stata ricevuta dalla madre alle 11 di domenica, quando Nicolas, aveva confermato che in serata sarebbe partito per l’Egitto e che si sarebbe fatto sentire una volta arrivato a destinazione. Invece da quel momento non c’è stato più alcun contatto. Il telefono cellulare eternamente irraggiungibile.

I genitori, padre metalmeccanico, madre casalinga hanno cercato di rintracciarlo chiedendo anche aiuto al nostro ministero degli Esteri e all’ambasciata italiana al Cairo. Il fratello minore, Davide, 22 anni, ha attivato i social network, ma inutilmente. I messaggi, anche tramite Whatsapp sono rimasti senza risposta. Fino a poco fa quando è arrivata la notizia

La famiglia conferma di avere appreso oggi dalla Farnesina che il ragazzo è stato fermato dalla polizia egiziana per accertamenti. Il ministero degli Esteri italiano ha assicurato che sono stati attivati i canali diplomatici per garantire al giovane italiano ogni suo diritto. Inevitabilmente, però, anche se non ci sono similitudini note, il pensiero della famiglia va al drammatico caso Regeni rimasto senza spiegazione alcuna e riguarda al quale sono tanti i sospetti che la tragica fine dci quel giovane italiano sia legata ad una operazione della polizia segreta egiziana.

Nulla fa temere qualcosa del genere per Valenza che fa, però, un mestiere di immagine essendo un Pr. on si consocono i motivi del fermo per accertamenti e questo rende nervlosa la famiglia che non puà fare nulla se non denunciare quel che sta accadendo in queste ore senza notizie ufficiali dalle autorità egiziane

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