“Non mi sembra giusto che si spendano risorse pubbliche per mantenere i randagi in un canile. Io sono per la soppressione dei cani”. Queste le dichiarazioni alla stampa locale di una consigliere comunale ed ex assessore di San Cataldo (CL), Graziella Giamporcaro, che hanno suscitato un vespaio di polemiche in queste ore, soprattutto su Facebook dove centinaia di cittadini hanno espresso fortissime ed infuocate critiche.

Adesso arriva anche la dura condanna delle Associazioni animaliste ed ambientaliste nissene – LAV Lega Anti Vivisezione, LIDA Lega Italiana Diritti dell’Animale, WWF Sicilia Centrale ed i gruppi spontanei “In cerca di una casa, per sempre” e “Canuzzi, compagni di strada” – che hanno espresso “profondo sdegno e disapprovazione” per tali affermazioni in un lungo documento inviato al Sindaco di San Cataldo, Giampiero Modaffari, ed alla Presidente del Consiglio Comunale, Roberta Naro.

Le Associazioni criticano le “incredibili affermazioni” di Giamporcaro sottolineandone il palese contrasto con l’azione della Giunta, che anzi viene elogiata per l’impegno profuso nella lotta al randagismo con metodi validi e rispettosi degli animali: “Poiché conosciamo benissimo – si legge infatti nel documento – gli sforzi importanti e l’impegno lodevole della Giunta comunale di San Cataldo in tema di lotta al randagismo, che in poco tempo hanno posto il vostro Comune in posizioni di primissimo piano a livello provinciale e non solo, in quanto finalmente sono state messe in atto le linee guida statali e regionali in materia, non sentiamo la preoccupazione che tale improvvida dichiarazione possa essere minimamente tenuta in considerazione”.

Tuttavia per le Associazioni tali affermazioni sono gravi ed inaccettabili “soprattutto perché provengono da un esponente delle istituzioni che, proprio per il ruolo che ricopre, non può invocare “soluzioni” che, per le leggi dello Stato italiano (oltre che per la coscienza collettiva ed il grado di civiltà di un Paese evoluto come l’Italia), sono considerate reato! Anzi, un grave delitto punito con la reclusione fino a due anni: uccisione di animali – art. 544bis del Codice penale (Titolo IX bis – “Dei delitti contro il sentimento per gli animali”)”.
I rappresentanti delle organizzazioni animaliste – Jessica Natale per la LAV, Salvatore Colonna per la LIDA, Anna Schirò per il WWF, Rosa D’Acquisto per il gruppo “In cerca di una casa, per sempre” e Giuseppe Salvatore per “Canuzzi, compagni di strada” – chiedono quindi al Sindaco “di proseguire l’ottimo lavoro sin qui svolto in materia di sterilizzazione dei randagi e loro reimmissione sul territorio, pratiche che rappresentano un ottimo sistema per arginare il randagismo, abbattere i costi delle convenzioni con i canili privati e, soprattutto, una conquista di civiltà. San Cataldo è l’unico comune della provincia ad aver rispettato la legge attivando un meccanismo virtuoso, rapportandosi costantemente con le Associazioni animaliste e con il servizio veterinario dell’ASP. Una politica lungimirante, corretta, che produce benefici per la collettività ed è rispettosa dei diritti degli animali”.

Intanto la notizia si è diffusa in tutta Italia e via Facebook cominciano a giungere reazioni molto dure: per esempio dalla Toscana https://www.facebook.com/liv.pistoia/posts/960439424032960:0 un’associazione locale parla di “aberranti dichiarazioni da parte di un politico, pagato, fra l’altro con i nostri soldi pubblici”. Le dichiarazioni del consigliere comunale, quindi, rischiano di scatenare una “pubblicità” tutt’altro che positiva per San Cataldo.