La ‘scoperta’ dei deputati del Movimento 5 Stelle dimostra, ancora una volta, una sorprendente e imbarazzante impreparazione. Anche nel caso dei prodotti siciliani da inserire nell’accordo con la Cina evidenziano inadeguatezza al ruolo che ricoprono, non conoscendo ‘dettagli’ non da poco: la lista dei prodotti viene definita dalla Commissione europea in accordo con il Ministero per le Politiche Agricole e proprio le più importanti eccellenze siciliane sono già nella ulteriore lista che approderà ai negoziati”.

Lo afferma Michela Giuffrida eurodeputato del Pd e componente della commissione per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale del Parlamento europeo.

“L’elenco dei prodotti Igp pubblicato dall’Ue è solo una prima lista, riferita ai prodotti con il più grosso volume di esportazione, necessaria in questa fase di trattativa. Perché – ribadisce Giuffrida – nessun accordo è stato ancora raggiunto ne sottoscritto. Non solo. A fronte di quelle propagandate come ‘scoperte’ e che invece sono notizie pubblicate sulla Gazzetta ufficiale della UE, esiste già un secondo elenco di prodotti, di cui già la scorsa settimana ho dato personalmente notizia, che saranno inclusi tra quelli da tutelare. Sono la Doc vino Sicilia, il pomodorino di Pachino, l’arancia rossa di Sicilia, il cappero di Pantelleria, il vino di Marsala cioè proprio quelli che il Movimento 5 Stelle denuncia siano stati esclusi.  A Bruxelles, in costante e continuo contatto con il Ministro per le politiche agricole Maurizio Martina, stiamo lavorando affinché altre eccellenze si aggiungano alla lista, a patto che effettivamente abbiano le potenzialità per esportare su un mercato importante come la Cina, e soprattutto perché le produzioni e le aziende siciliane siano tutelate attraverso la certificazione Aqsiq che in Cina rappresenta un importante elemento di fiducia per i consumatori. Sensibilizzare i produttori, informarli correttamente, metterli nelle condizioni di essere competitivi sui mercati internazionali – conclude Giuffrida – è il lavoro che svolgiamo quotidianamente ed è ciò che serve ai produttori siciliani che certo non si affidano né si fidano di chi è capace di produrre solo falsi proclami“.