“Nei Pronto soccorso catanesi, ormai è stato superato ogni limite. Ogni soglia di comprensione. Le aggressioni ai medici, come quella denunciata da una dottoressa in servizio al Vittorio Emanuele, costituiscono ormai una lista intollerabilmente lunga. Quasi fosse scattata una gara di incivile emulazione che priva di serenità i medici e, quindi, impedisce di assistere i pazienti nel migliore dei modi”.

Lo affermano il segretario regionale Uil Fpl, Enzo Tango, e Fortunato Parisi, segretario generale della Uil di Catania e della Uil Fpl Medici Sicilia, insieme con il segretario provinciale della Uil Fpl Stefano Passarello, impegnati a Tivoli nell’Assemblea nazionale organizzativa del sindacato di categoria.

Tango, Parisi e Passarello aggiungono: “Esprimiamo solidarietà al medico del Vittorio Emanuele, così come la ribadiamo agli altri colleghi che in queste settimane sono stati bersaglio di aggressioni. Abbiamo già chiesto al prefetto una riunione per affrontare questa emergenza e individuare, anche con i direttori generali delle Aziende ospedaliere, soluzioni efficaci”.

I rappresentanti sindacali concludono: “Siamo certi, infine, che inquirenti e Questura faranno rapidamente piena luce su quest’ultimo episodio di violenza accertando, così come denunciato dalla vittima, eventuali negligenze dell’agente al lavoro nel Posto di Polizia dell’ospedale. Qualora le accuse venissero provate, sia chiaro comunque che le responsabilità sono sempre individuali e che un episodio non può far venire meno gratitudine, rispetto, per l’azione svolta dalle Forze dell’Ordine. A Catania e in Sicilia, a maggiore ragione”.

L’ultima aggressione avvenuta a Catania è quella di un medico donna che sarebbe stata minacciata da un parente di un giovane subito dopo averlo dimesso, che le ha urlato anche ‘Io la sua faccia non me la dimentico…’, davanti a un agente della polizia che, “sarebbe rimasto seduto su uno sgabello”, mentre due vigilantes intervenivano.

Il fatto è stato denunciato ai carabinieri di Catania dalla dottoressa in servizio nel pronto soccorso dell’ospedale Vittorio Emanuele, lo stesso dove il 1 gennaio scorso un suo collega è stato vittima di un raid punitivo. Nell’esposto il medico ha segnalato che non aderirà le vie legali, né vuole che l’uomo venga perseguito, ma di avere fatto “una segnalazione”.

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