Non li vedi, ma ci sono. Non scrivono mai, ma leggono tutto. Se li incontri non ti salutano, ma sanno tutto di te. Ti osservano, in silenzio. Nel silenzio assordante del web, dai loro cellulari, tablet, pc. Tranquilli, non mi riferisco alle ultime rivelazioni di Wikileaks sul ” grande fratello” di memoria orwelliana. Sono i nuovi “guardoni” del web, i ” web voyeur 2.0 “.
Ovviamente non quel tipo di guardone a cui ci si riferisce, in genere, con accezione negativa. Guardone nel senso che guarda, che si diletta a seguirti sui social media, primo fra tutti Facebook, che sa tutto di te, che non commenta mai, che rimane in religioso silenzio, che non si espone, che sa perfettamente quando hai cambiato l’ultima volta il colore dei capelli, quanti siete in famiglia ed intuisce dagli stati che aggiorni se hai litigato con il fidanzato o se ti sei separata dopo 30 anni di matrimonio.
Quello che si accorge che ti stai rimettendo in gioco dal repentino cambio di look, che hai bisogno di attenzioni quando ogni tanto pubblichi delle foto un po’ più sexy per calamitare quanti più “like” possibile, che hai una passione sfrenata per il sushi, che preferisci i cani ai gattini, che tuo figlio ha finalmente detto “mamma” con relativa commozione di tutto il parentado, che le tue colleghe al lavoro sono delle megere e che te ne vorresti scappare su un’isola deserta.
Tutto questo in silenzio, senza mai interagire. La magia si interromperebbe, altrimenti.
Magari ti incontrano per strada, in un locale te li ritrovi vicini di tavolo ma tu non lo sai. Loro sì. Sarebbero anche in grado di dirti che la mise che indossi quella sera era la stessa identica di due settimane prima in una serata con le tue amiche.
Non l’ho mai capito questo atteggiamento. Timidezza? Insicurezza? Paura della reazione altrui, di risultare invadenti? Può darsi, ma fossi in loro, io un tentativo lo farei…i social servono anche a questo: cementare le amicizie, ritrovarne di perdute ma anche acquisirne di nuove!
Pensavate che mi fossi dimenticata di parlare della categoria femminile nel mondo dei “web voyeur”?? Impossibile: è in assoluto la categoria più pericolosa, per il genere maschile, ovviamente. Le capacità investigative di una donna non conoscono limiti. Le attività cominciano la mattina di buon’ora con un controllo a tappeto di tutti i social a cui il malcapitato di turno ha avuto la sfortuna di iscriversi. Orari di connessione e disconnessione, passata in rassegna di tutte le eventuali nuove amicizie strette durante la notte – la notte, momento pericolosissimo dove gli internauti si incontrano e stringono amicizie potenzialmente disastrose per i rapporti di coppia – scannerizzazione rapida di tutti i commenti e così via. Stessa operazione si ripete la sera prima di andare a dormire, con rapide e cadenzate consultazioni durante la giornata. Come una medicina, insomma. Anche loro in devoto silenzio e quando lo incontrano fanno finta di averlo perso di vista da mesi e mentre il poveretto racconta, magari, qualche piccola bugia oppure omette qualcosa, lei continua a sorridere per non lanciargli contro il primo oggetto pesante a portata di mano…
Ironia a parte, se i web voyeur esistono è perché noi stessi lo consentiamo. Pubblichiamo qualsiasi cosa, immortaliamo ogni momento della nostra giornata, ci sfoghiamo, commentiamo i post degli altri, litighiamo, ci ritroviamo, ci innamoriamo. Tutto rigorosamente in vetrina, tutto sul web. La parola d’ordine è ormai una ed una sola : condividi.
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