Ci sarebbe un movente passionale con il coinvolgimento di personaggi della criminalità locale dietro l’omicidio di Maurizio Maccarrone, ucciso con diversi colpi di pistola calibro 7.65 la mattina del 14 novembre del 2014.

In due anni di indagini agenti della squadra mobile della questura di Catania, in sinergia con i colleghi del commissariato di Adrano hanno risolto il giallo e arrestato due pregiudicati, legati alla criminalità locale.

Alle prime luci dell’alba i due sono stati bloccati in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal Gip del tribunale: sono accusati di omicidio aggravato, detenzione e porto illegale di arma da fuoco.

Il delitto venne ripreso dalle telecamere di videosorveglianza di un palazzo di fronte al luogo dell’omicidio: nelle immagini si vede uno scooter con a bordo due giovani, con il volto nascosto: uno dei quali si ferma, scende e spara e colpisce mortalmente la vittima. In quei fotogrammi era ben visibile la targa dello scooter che potrebbe essere appartenuto al sicario.

La vittima non aveva legami con ambienti malavitosi: sul suo conto solo una denuncia per gioco d’azzardo. Impiegato ausiliario in una clinica privata, Maccarrone era molto conosciuto ad Adrano per il suo impegno in politica: alle ultime elezioni comunali si era presentato con il Megafono, aveva ottenuto 157 voti, risultando il secondo dei non eletti.