E’ convocata per lunedì mattina la conferenza dei capigruppo consiliari in cui verrà determinata la calendarizzazione del Bilancio consuntivo 2015 in Consiglio comunale.

L’atto, sul cui grava il commissariamento disposto dalla Regione per la mancata approvazione nei tempi previsti, dovrà essere approvato entro trenta giorni dall’insediamento del commissario ad acta, avvenuto nei giorni scorsi.

Il Consuntivo 2015 dopo avere passato il controllo del collegio dei revisori dei conti, i quali pur concedendo parere favorevole hanno sollevato alcune perplessità soprattutto sul ‘conto del patrimonio’, adesso è al vaglio della commissione comunale Bilancio che ha ricevuto il documento solo due giorni fa.

Vincenzo Parisi, presidente della commissione in questione, ieri non ha risparmiato critiche sul metodo adoperato per la notifica della delibera che sarebbe stata consegnata al segretario nel pomeriggio di due giorni fa in una sede diversa da quella della commissione.

“Ritengo – dice Parisi – che la consegna della sola nota cartacea al segretario della CCP, presso altra sede istituzionale e in orario pomeridiano, con il solo scopo di far scattare la tempistica prevista di legge ( 5 giorni di tempo utile alla commissione per esaminare con carattere di urgenza le proposte di deliberazione), sia una reiterata procedura di scarico delle responsabilità, oltremodo furbesca, utilizzata per sottrarre ulteriore tempo ai componenti della commissione al Bilancio”.

Parisi afferma che i consiglieri comunali “dovranno esprimere, in condizioni di massima pressione, il parere su un atto che già di per se risulta essere particolarmente complesso visto che i revisori dei conti l’hanno studiato per oltre 20 giorni”.

Insomma un week-end di carte e numeri scandito dal conto alla rovescia che corre veloce per evitare l’approvazione d’ufficio del Bilancio da parte del commissario e soprattutto per consentire lo sblocco dei fondi statali permettendo così il pagamento degli stipendi ai dipendenti comunali, a quelli delle partecipate ed ai creditori.

“Quanto tempo ci potremmo mettere noi a dare un parere positivo?”, si chiede Parisi che chiosa laconico: “Adesso siamo obbligati a darlo in 5 giorni con tutte le conseguenze che sono facilmente immaginabili agli occhi dei dipendenti che non prenderanno lo stipendio o le imprese non saranno pagate. E’ una vergogna!”

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