Un progetto in grado di restituire la piena funzionalità al canale Buttaceto, nella Piana di Catania. A pochi mesi di distanza dall’annuncio, il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci – in qualità di commissario straordinario contro il dissesto idrogeologico – annuncia l’avvicinarsi della soluzione ad una serie di problemi ventennale. Problemi dovuti ad allagamenti e dissesto idrologico che causano seri disagi.
“L’obiettivo che ci eravamo prefissati, così come avevo promesso ai rappresentanti degli imprenditori – spiega il governatore – è più che mai prossimo: con la progettazione esecutiva, che ci verrà presto consegnata, saremo in grado di bandire la gara per la pulizia, la bonifica e la risagomatura degli argini di un corso d’acqua che non pochi problemi ha creato nella zona industriale etnea. Le risorse, pari a ventotto milioni di euro, sono disponibili. Procediamo senza sosta nella messa in sicurezza del territorio siciliano”.
Vent’anni di rinvii e ora la fase delle indagini e dei rilievi geologici che assume il significato di una chiara inversione di tendenza. Il responso di gara, reso noto dagli uffici diretti da Maurizio Croce, è chiaro: sarà un team di professionisti con in testa l’Etatec Studio Paoletti di Milano a occuparsi della stesura del documento, per un importo di 460 mila euro.
In attesa del progetto di sistemazione definitivo, comunque, il governo regionale ha proceduto, nello scorso autunno, tramite i propri uffici del Genio civile etneo, alla pulizia di quattro torrenti dell’area industriale, tra i quali proprio il Buttaceto, l’Arci, lo Jungetto e il Bicocca.
Tecnicamente si tratta di “opere di mitigazione del rischio idraulico lungo l’asta del canale”. Sono quegli interventi che potranno garantire un normale e regolare deflusso delle acque del Buttaceto che raccoglie anche quelle di altri canali – Bruno, Palma, Jungetto e Bicocca – oltre alle acque provenienti dal quartiere Pigno.
È questo l’unico modo per scongiurare il rischio di esondazioni, come quelle che da oltre vent’anni colpiscono il sito, con pericoli per l’incolumità pubblica, per la stabilità delle infrastrutture esistenti e delle numerose fabbriche. Tra le cause del dissesto in atto, la prolungata assenza di manutenzione dei canali oltre alla loro inadeguatezza, senza considerare l’incompatibilità funzionale con le condizioni idrauliche generali.