Sotto l’albero di Natale, niente sorrisi o pacche sulle spalle. Solo fatti concreti. Estremamente dirette, senza giri di parole, le “letterine” inviate dai rappresentanti delle associazioni di categoria – commercianti, agricoltori, artigiani – al sindaco Enzo Bianco.
Andrea Milazzo, segretario provinciale della Confederazione nazionale dell’Artigianato-Cna, ricorda al primo cittadino “di mantenere gli impegni presi” in materia di lotta all’abusivismo e adozione del regolamento – “aspettiamo da 25 anni …” – sulle ispezioni degli impianti termici. Altro sollecito: “La modifica del regolamento Tari eliminando una volta per tutte il paradosso che gli imprenditori pagano due volte, da una parte lo smaltimento a cui provvedono in proprio e dall’altra la tassa al Comune”.
Salvo Politino, direttore di Confesercenti, chiede “il riesame della chiusura di via Dusmet”. Poi, aggiunge: “La valorizzazione del centro storico come luogo di richiamo commerciale e dello shopping, ma anche la riqualificazione dell’area-mercato di Piazza Carlo Alberto e della Pescheria per farne centri di tipicità e qualità”.
Giovanni Selvaggi, presidente di Confagricoltura, vorrebbe “lotta senza quartiere contro chi mette su mercati agricoli abusivi con prodotti di dubbia qualità e provenienza”. Quindi, a tutti i sindaci di Catania e provincia intima “di fare sparire da sotto l’albero di Natale le cartelle pazze dell’Imu agricola degli anni scorsi”.
Giuseppe Di Silvestro, presidente provinciale della Confederazione Agricoltori-Cia, si preoccupa della … filiera illegale dei prodotti contadini. Oltre il terminale costituito spesso dai venditori abusivi, c’è di più: “A quasi un anno dalla sottoscrizione del protocollo di intesa alla Prefettura di Catania per fronteggiare il gravissimo fenomeno dei furti nelle aziende agricole della Piana etnea – lamenta il presidente Di Silvestro – poco o nulla è cambiato. Né per quanto riguarda i controlli, né la repressione dei reati”.
Francesco Sorbello, vicedirettore di Confcommercio, raccomanda all’amministrazione cittadina “di cambiare metodo, cercando il confronto preventivo per evitare la collezione di cattive figure”. Le richieste: “Il regolamento Dehors (gli spazi esterni dei pubblici esercizi, ndr), che garantirebbe un impatto occupazionale di almeno 200 unità e una disciplina dei parcheggi pertinenziali, che permetterebbe l’apertura di negozi non alimentari con una superficie superiore a 200 metri quadrati in centro storico e creerebbe 500 posti di lavoro”. Infine, il sogno proibito – almeno a Catania … – di un nuovo Piano regolatore generale.
Commenta con Facebook