le celebrazione per il 72°anniversario della Liberazione

Catania, il corteo del 25 aprile nel segno della vittoria referendaria ‘che ha salvato la Costituzione”

Come ogni anno anche Catania ha celebrato l’anniversario della Liberazione del 25 aprile (1945-2017) con una manifestazione organizzata dall’ANPI,  alla quale ha aderito la Cgil e che ha visto la partecipazione di vari esponenti politici.

Oltre alla memoria della Resistenza, il tema scelto quest’anno era legato ai valori del lavoro e dell’accoglienza, anche per questo un gruppo di manifestanti ha inscenato un fuoriprogramma sganciandosi dal corteo che ha attraversato il cuore del centro storico di Catania per andare a manifestare nelle vicinanze della sede siciliana di Frontex che si trova nell’ex monastero di Santa Chiara.

Dopo il tradizionale passaggio in municipio dove è state deposte due corone d’alloro ai piedi della lapide che ricorda i partigiani caduti, il corteo ha risalito via Vittorio Emanuele raggiungendo piazza Machiavelli.

La celebrazione di quest’anno è, inoltre, la prima dopo “la vittoria referendaria” del 4 dicembre scorso – spiega l’Anpi – “che ha salvato la nostra Costituzione nata dalla resistenza. Quello straordinario lavoro di concordia e responsabilità che condusse alla scrittura delle regole e della sostanza democratica della vita collettiva. Principi e valori realizzati solo in parte se guardiamo alla situazione complessiva dell’Italia dove un diritto elementare, come quello al lavoro, in particolare per i giovani, è disatteso, dove l’attuale modo di far politica per lo più allontana, invece di stimolare e promuovere la partecipazione popolare, dove l’orizzonte antifascista non è ancora pienamente patrimonio dello Stato in ogni sua espressione”.

“La battaglia della Cgil e dell’Anpi  – ha detto il segretario generale della Cgil, Giacomo Rota –  nella nostra città ferita da centinaia di vertenze e attacchi al valore del lavoro e dei lavoratori, coincide  dunque con la difesa di un diritto fondamentale. Una città che combatte ogni giorno la mafia, consapevole che non solo è necessario non abbassare la guardia, ma che bisogna essere in grado di leggere le trasformazioni del tessuto cittadino anche nell’ottica della difesa della legalità, a tutti i costi. Ma Catania è anche città dell’accoglienza. Oggi sfiliamo anche per questo valore essenziale di uno Stato democratico.  Non ci stancheremo di testimoniarlo”.

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