Come ogni anno anche Catania ha celebrato l’anniversario della Liberazione del 25 aprile (1945-2017) con una manifestazione organizzata dall’ANPI, alla quale ha aderito la Cgil e che ha visto la partecipazione di vari esponenti politici.
Oltre alla memoria della Resistenza, il tema scelto quest’anno era legato ai valori del lavoro e dell’accoglienza, anche per questo un gruppo di manifestanti ha inscenato un fuoriprogramma sganciandosi dal corteo che ha attraversato il cuore del centro storico di Catania per andare a manifestare nelle vicinanze della sede siciliana di Frontex che si trova nell’ex monastero di Santa Chiara.
Dopo il tradizionale passaggio in municipio dove è state deposte due corone d’alloro ai piedi della lapide che ricorda i partigiani caduti, il corteo ha risalito via Vittorio Emanuele raggiungendo piazza Machiavelli.
La celebrazione di quest’anno è, inoltre, la prima dopo “la vittoria referendaria” del 4 dicembre scorso – spiega l’Anpi – “che ha salvato la nostra Costituzione nata dalla resistenza. Quello straordinario lavoro di concordia e responsabilità che condusse alla scrittura delle regole e della sostanza democratica della vita collettiva. Principi e valori realizzati solo in parte se guardiamo alla situazione complessiva dell’Italia dove un diritto elementare, come quello al lavoro, in particolare per i giovani, è disatteso, dove l’attuale modo di far politica per lo più allontana, invece di stimolare e promuovere la partecipazione popolare, dove l’orizzonte antifascista non è ancora pienamente patrimonio dello Stato in ogni sua espressione”.
“La battaglia della Cgil e dell’Anpi – ha detto il segretario generale della Cgil, Giacomo Rota – nella nostra città ferita da centinaia di vertenze e attacchi al valore del lavoro e dei lavoratori, coincide dunque con la difesa di un diritto fondamentale. Una città che combatte ogni giorno la mafia, consapevole che non solo è necessario non abbassare la guardia, ma che bisogna essere in grado di leggere le trasformazioni del tessuto cittadino anche nell’ottica della difesa della legalità, a tutti i costi. Ma Catania è anche città dell’accoglienza. Oggi sfiliamo anche per questo valore essenziale di uno Stato democratico. Non ci stancheremo di testimoniarlo”.
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