Un viaggio visivo nel concetto di libertà, declinato non solo attraverso la storia e la politica, ma anche l’arte, la filosofia, la geografia e l’antropologia. È stata presentata ieri a Catania, nella sede della Fondazione Puglisi Cosentino a Palazzo Valle, Breve storia del resto del mondo, l’ampia personale Pietro Ruffo, a cura di Laura Barreca, promossa dalla Fondazione Puglisi Cosentino con la Fondazione Terzo Pilatro – Italia e Mediterraneo.
La mostra, che sarà visitabile dal 3 aprile al 10 luglio, riunisce una spettacolare sequenza di opere di grandi dimensioni realizzate dall’artista romano dal 2005 ad oggi. Un percorso espositivo fortemente attuale e dal grande impatto emozionale in cui grandi temi della storia universale, come il colonialismo, le divisioni culturali, sociali e religiose, il fondamentalismo islamico, le lotte per i diritti e i conflitti tra i popoli, si traducono in progetti, disegni, carte e opere tridimensionali che suscitano più ampie riflessioni sulla condizione geopolitica contemporanea.
“Continuiamo con passione a lavorare sull’obiettivo di mio padre: promuovere l’arte antica, moderna e contemporanea in un territorio ricco di storia e cultura come la Sicilia. – ha dichiarato Allegra Puglisi Cosentino, neo presidente della Fondazione – Per la prima volta dopo sette anni ospitiamo un artista giovane come Pietro Ruffo, che colpisce per la scelta estetica e affascia per la sua tecnica unica ed origianale”.
Conosciuto per le sue grandi mappe delle nazioni, su cui schiere di libellule intagliate a mano e fermate con migliaia di spilli rappresentano l’idea della libertà, Pietro Ruffo guida il visitatore al riconoscimento di alcuni “padri-ispiratori” del pensiero liberale e costituzionale: tra loro il politologo inglese Isaiah Berlin, cui l’artista dedica nel 2010 la serie di grandi ritratti I sei traditori della libertà, in mostra a Catania. Ma anche poeti come il libanese Khalil Gibran, cui è dedicata l’opera Liberty House (2011): una piccola costruzione architettonica che vuole affermare il concetto che si è davvero liberi solo se il desiderio di ricercare la libertà diventa pratica quotidiana e interiore.
Ad apertura della mostra, l’opera The Colours of Cultural Map (2015), un grande atlante dei paesi del mondo che indaga i principali caratteri dei popoli e delle tradizioni tipiche di ogni etnia attraverso l’uso di parole e di colori, realizzata per il progetto Imago Mundi di Luciani Benetton; la chiusura del percorso è affidata a due opere: SPADSVII e Madri del Mar di Sicilia: la prima, commissionata dalla Galleria nazionale d’arte Moderna di Roma, è un biplano di dimensioni reali, fedele riproduzione dei monoposto francesi in legno e tela, realizzato interamente in legno e carta per il centenario della Prima Guerra Mondiale; la seconda installazione, appositamente creata per l’esposizione alla Fondazione Puglisi Cosentino, è dedicata alle donne che attraversano il Mediterraneo alla ricerca della libertà con i loro figli.
“La libertà di oggi sta nell’integrare esperienza di altri dentro il nostro tipo di esperienza – spiega Pietro Ruffo – Le madri portano qui il loro futuro, i loro figli. Questo è un dono e solo accettando questo dono potremo essere liberi.”
Vincitore del Premio Cairo e del Premio New York all’Italian Academy for Advanced Studies at Columbia University nel 2010, Pietro Ruffo è oggi riconosciuto come uno degli artisti italiani più interessanti a livello internazionale. Tra i progetti più significativi, si segnalano: A complex istant -Moscow, Progetto speciale per la quarta biennale di Mosca, SLASH, paper under the knife, MAD Museum of Art and Design, New York; Apocalittici e Integrati, MAXXI, Museum of XXI Century Art, Roma. Nell’estate del 2015 realizza una scenografia per la sfilata di Valentino, che ha visto l’artista cimentarsi con un’opera su scala urbana costruendo un’intera piazza ispirata al concetto di stratificazioni.
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